Dopo trent'anni di servizio, Wwf Livorno annuncia il drastico ridimensionamento delle azioni di recupero e cura della fauna selvatica nella Val di Cornia. "Visto i numerosi recuperi effettuati negli anni, - ha detto Stefano Gualerci - si comprende come non sia possibile per noi continuare a svolgere tale servizio senza avere una adeguata copertura finanziaria e di supporto fisico, visto la enorme difficoltà a reperire volontari in pianta stabile. Avendo avuto solo l'interessamento di un comune della Val di Cornia in merito, - ha aggiunto - siamo nella necessità di fare una scelta oltremodo difficile ma necessaria".
Tutto si deve al taglio dei finanziamenti pubblici, dovuti alla modifica della legge 3/94, che ha spostato le competenze sulla fauna selvatica dalle Province alla Regione. Stop quindi ai contributi che da sempre la Provincia erogava alle oasi protezioniste gestite dalle associazioni. Con la nuova legge è venuto meno anche il supporto del corpo di polizia provinciale, che si occupava del trasporto degli animali feriti.
Da giugno di quest'anno i volontari WWF interverranno solo su specie di notevole importanza ecologica e conservazionistica, come rapaci, migratori e specie rare. "Qualora non fossimo in grado di intervenire - viene specificato - consiglieremo di rivolgersi direttamente al centralino del comune di appartenenza o al relativo centro Asl veterinario, che con la nuova legislazione tornano ad essere responsabili della gestione della fauna selvatica".
Anche una grande ong come Wwf si tira indietro in mancanza dello specifico supporto pubblico. Del resto dai suoi bilanci milionari (in picchiata dopo il calo inesorabile dei soci e dei finanziamenti pubblici) emerge che la maggior parte degli introiti derivanti dalla raccolta fondi (rispetto al 2014, i ricavi del 2015 sono ridotti di quasi un milione di euro) se ne vanno nella gestione del personale che lavora all'interno della stessa associazione e nelle operazioni di marketing.