Gli agenti della Forestale hanno protestato ieri, martedì 5 luglio, a Piazza Montecitorio, per dire no all'accorpamento del Corpo Forestale all'Arma dei Carabinieri. Ad organizzare la protesta contro la riforma Madia, cui seguirà uno sciopero generale a settembre, i sindacati (Sapaf, Ugl Cfs, Fns Cisl, Cgil Cfs e Dirfor).
"I forestali transitati nell'Arma non non saranno più specialisti in esclusiva dell'ambiente - denuncia Maurizio Cattoi, segretario del Sindacato nazionale dirigenti e direttivi del Corpo Forestale Dirfor - perché la legge prevede che svolgeranno questa funzione 'in modo prevalente' ovvero a seconda delle esigenze prioritarie dell'amministrazione, che sono quelle della difesa".
“Questo provvedimento non è stato messo a punto da uffici politici - spiega Cattoi, - ma è stato completamente delegato all’ufficio legislativo dell’Arma dei Carabinieri. Negli atti preparatori si dice che, essendo considerata una riorganizzazione interna, questa operazione non ha avuto bisogno di una verifica esterna con gli stakeholder, con i vari attori coinvolti. E il governo ha consentito questo”. “L’audizione informale svolta il 30 giugno alla Camera davanti alle Commissioni riunite Affari Costituzionali e Difesa e quella della settimana prima in Senato - continua Cattoi - sono stati gli unici due momenti di confronto con i sindacati da due anni a questa parte, ovvero dall’inizio del progetto”.
Secondo Cattoi, quella del governo è "una visione ingrata e miope, perché il Corpo forestale poteva ben definirsi fino ad oggi un’amministrazione smart, leggera, low cost anche per la Corte dei Conti, che si è mantenuta con i proventi dell’attività sanzionatoria soprattutto amministrativa, quella che scomparirà perché poco redditizia sotto il profilo mediatico ma che al contrario è da sempre, dalla nascita dello Stato Unitario, indispensabile per la manutenzione fine del territorio attraverso le norme regolamentari e non solo del codice penale. Anche la distanza tra la funzione di prevenzione di una polizia civile come la Forestale e la funzione repressiva ed ingessata di una forza Armata è antropologicamente e politicamente siderale. Per non parlare dell’educazione ambientale, svolta ora a 360° da ogni struttura del Corpo, e i cui risultati sono incastonati nella coscienza civile ed ambientalista degl’italiani".