Come ci si aspettava gli attivisti che hanno preso parte al blitz sulle rive del fiume Sesia, attaccando verbalmente un padre con il figlio a pesca, sono stati denunciati. I genitori del piccolo scoppiato in lacrime a seguito dell'atteggiamento intimidatorio degli animalisti (che hanno dato degli assassini a padre e figlio perchè partecipavano ad una gara di pesca alla trota) hanno deciso di procedere legalmente.
Il movimento animalista (META) è accusato anzitutto di aver diffuso il video in cui appare il minorenne, ovviamente senza l'autorizzazione del genitore. Il che viola la legge sulla privacy. Nel video gli animalisti si rivolgono direttamente al bambino, che viene ripreso in faccia, e gli chiedono se gli piace ammazzare i pesci e farli soffocare. Il padre fa il possibile per evitare di turbare il piccolo, di soli nove anni, e gli dice di non ascoltare. Ma gli attivisti, tra cui appare anche Valerio Vassallo, non certo uno stinco di santo, insistono nonostante il bambino appaia visibilmente scosso e scoppi a piangere.
Il quotidiano La Stampa, sezione Vercelli, ha raggiunto il protagonista della vicenda, che dichiara di essersi recato dai Carabinieri per sporgere denuncia. "Noi non mettiamo le immagini dei nostri figli su Facebook - ha spiegato - e loro si sono permessi di caricare quel filmato in rete. Venerdì ci hanno avvertiti che il video era on line, pensavamo si trattasse di uno scherzo. Invece sono giorni che riceviamo telefonate: in tanti sono preoccupati, chiedono come sta mio figlio". E continua: "mio figlio è rimasto molto scosso dall’episodio: il video racconta solo una piccola parte di quel pomeriggio di provocazioni. Soltanto con lui saranno andati avanti per 10 minuti".
Spiega poi che lui e il figlio (che va a pesca da quando ha 5 anni) , si sono imbattuti negli animalisti quando hanno dovuto cambiare sponda del fiume come da regolamento di gara. "Arrivati dalla parte opposta abbiamo visto questi ragazzi che già discutevano con altri pescatori. Siamo scesi sull’argine e poco dopo sul bordo del fiume sono arrivate una quindicina di persone". "Il filmato - continua - è stato tagliato: sono arrivati con una cattiveria e un’aggressività che nessuno si aspettava. A mio figlio hanno anche urlato “assassino”".
"Io ho parlato con loro almeno un quarto d’ora - spiega il pescatore -, cercando di argomentare le mie ragioni. Sono convinto che ognuno possa decidere cosa mangiare e come comportarsi, senza però limitare le libertà altrui. Invece questi ci hanno anche urlato che ammazzare una trota può essere equiparato a violentare una bambina".