Dopo quattro anni dalla fine delle operazioni di eradicazione, l'Isola di Montecristo è stata dichiarata libera dai ratti. A darne l'annuncio sono il Parco dell'Arcipelago Toscano e il Corpo Forestale dello Stato, che al termine del periodo di monitoraggio, dichiarano di aver la certezza di aver debellato il ratto nero, animale alieno per l'isola e dannoso, soprattutto per la cova delle Berte minori e di altri uccelli marini.
La derattizzazione è stata portata avanti da Parco e Forestale con il supporto di Ispra e della società fiorentina Nemo. Da quando i ratti non mangiano più tutte le uova di berta minore, che nidifica a terra, questa specie, in inesorabile declino sull'isola, e non solo, ha ripreso a crescere. Dal 2013 l'85% dei piccoli (ogni anno ne nascono 300 – 400 solo a Montecristo, ovvero cioè almeno un quarto di tutti i nuovi nati di questa specie nel mondo) arriva all'involo. Oltre al ritorno delle berte, l’eradicazione dei ratti sta avendo anche altri effetti positivi sull’ambiente di Montecristo; sono ricomparse piante erbacee e arbustive, come i cardi, prima controllate dai ratti, e con esse sono in aumento piccoli uccelli e diversi invertebrati.
Una lezione per gli “ambientalisti” nostrani, vista la strenua iniziale opposizione dei movimenti cruently free a difesa dei ratti (Enpa e Lav per esempio). A sostegno delle posizioni animaliste, che portarono alla presentazione di denunce e mozioni comunali, ma anche ad interrogazioni parlamentari (all'epoca i cinque stelle non c'erano ma un gruppolo di deputate animaliste appoggiava tutte le istanze sul tema, l'interrogazione sui ratti fu depositata dalla brambilliana Ceccacci Rubino), le tesi di un possibile avvelenamento di altre specie. A difendere la rattizzazione rimase Legambiente e in seguito la Lipu, che deve fare i conti con la sua mission (la difesa degli uccelli) e con la posizione del circuito BirdLife, di cui fa parte. Il progetto, cofinanziato dall'Ue, e realizzato secondo principi scientifici e faunistici, ha raggiunto l'obbiettivo senza creare danno alcuno. Per questo ha ricevuto anche un riconoscimento da parte della Commissione Europea, che nel 2014 lo ha inserito tra i 6 finalisti per la categoria “Conservation” del “Natura 2000 Aa awards 2014″