Clamoroso scivolone per la neo sindaca di Roma, Virginia Raggi e per il Movimento 5 Stelle. Ai più attenti osservatori non è sfuggito che le parole dall'impronta animalista nel programma di Roma Capitale, presentato lunedì scorso, sono state prese pari pari da un vecchio documento programmatico degli ormai dimenticati Verdi, il partito del fu Ministro Pecoraro Scanio.
Il raffronto è impietoso e non lascia spazio ad equivoci. “Roma Capitale è portatrice di una visione biocentrica che si oppone all’antropocentrismo specista che nella cultura occidentale ha trovato la sua massima espressione”, si legge nelle Linee programmatiche 2016-2021 per il Governo di Roma Capitale, al punto 4 («Tutela diritti degli animali e biodiversità») del capitolo 6.
“Siamo portatori di una visione del mondo biocentrica che si oppone all’antropocentrismo che nella cultura occidentale ha trovato la massima espressione (…). Oggi, alla difesa di questi diritti (…) si aggiunge la lotta con lo specismo”, è invece quanto scritto anni fa dai Verdi e pubblicato al link www.verdi.it/download/animali.pdf.
In pratica i Cinque Stelle hanno trasformato la parola specismo in specista. Ma il plagio è più che evidente. E non è il solo. A scoprire per primo l'inghippo è stato Tommaso Martelli, già candidato al consiglio comunale di Roma con la Lista Marchini, che, semplicemente copiando pezzi di programma della Raggi nella stringa di ricerca di google, ha trovato numerosi documenti già presenti sul web. Se questa è la serietà con cui si affrontano riforme che devono cambiare la vita dei romani, siamo a cavallo. Giusta l'osservazione di Tommaso Labate sul Corriere della Sera: “la Rete, come dice Grillo, non perdona. Mai”.