I diversi casi di malnutrizione legati ad un'alimentazione priva di proteine animali, hanno aperto il dibattito su quanto sia lecito o meno imporre ai figli l'etica del cruently free a tavola, a scapito, spesso e volentieri, della salute stessa dei bambini. Non tutti i genitori vegani, infatti, sono consapevoli dei rischi sulla carenza di sostanze fondamentali nei primi anni di vita. Con l'incremento dei vegan in Italia, aumentano anche i casi limite, di bimbi ricoverati in gravi condizioni.
Una proposta di legge depositata alla Camera da Forza Italia (prima firmataria Elvira Savino), chiede che sia lo Stato a porre un freno, salvaguardando tutti i bambini dal rischio di una mancata integrazione delle proteine fontamentali alla crescita, e introducendo perfino il reato penale per i genitori che antepongono le proprie scelte ideologiche ai consigli del pediatra su una corretta alimentazione. La legge renderebbe penalmente perseguibile (con il carcere) chi "impone o adotta nei confronti di un minore degli anni 16, sottoposto alla sua responsabilità genitoriale o a lui affidato per ragione di educazione, istruzione, cura, vigilanza o custodia, una dieta alimentare priva di elementi essenziali per la crescita sana ed equilibrata del minore stesso".
"Ormai da anni e, in modo particolare, nell'ultimo decennio - scrive Savino nella premessa alla pdl - si è andata diffondendo in Italia la credenza che una dieta vegetariana, anche nella sua espressione più rigida della dieta vegana, apporti cospicui benefìci alla salute dell'individuo". Niente da dire se si tratta di scelte di adulti responsabili, dice Savino, ma "il problema sorge quando a essere coinvolti sono i minori". "Molte volte - asserisce la deputata di Fi - , infatti, soprattutto ai figli di genitori che seguono diete vegane o vegetariane, viene imposta a minori un'alimentazione che esclude categoricamente e imprudentemente alimenti di origine animale e loro derivati". Invece, afferma Savino, per adolescenti e bambini l'alimentazione vegana o vegetariana "è carente di zinco, ferro tipo eme (contenuto in carne e pesce), vitamina D, vitamina B12 e omega-3"; tutte sostanze necessarie per un corretto sviluppo.
La proposta mira a "stigmatizzare definitivamente le condotte alimentari incaute e pericolose imposte dai genitori, o da chi ne eserciti le funzioni, a danno dei minori di età". La legge prevede la reclusione fino a un anno per il reato in sé, con pene aggiuntive per le situazioni più gravi. Se "deriva al minore una malattia o una lesione personale permanente, la pena è della reclusione da due anni e sei mesi a quattro anni"; se poi ne consegue la morte, "la pena è della reclusione da quattro a sei anni". Le pene vengono aumentate di dodici mesi "qualora le condotte ivi sanzionate siano adottate nei confronti di minori di anni tre".