Terremoto devastante in Lazio nella notte. Le scosse si sono sentite in gran parte del centro Italia, lo sciame sismico ha coinvolto anche Umbria e Marche. La terra ha tremato in particolare nella zona di Rieti, dove si è registrato l'epicentro della scossa più forte delle 3.36, di magnitudo 6, a due km dal paese di Accumoli. A seguire altre due scosse importanti, alle 4:32 e 4:33 con epicentro in prossimità di Norcia (Perugia), Castelsantangelo sul Nera (Macerata) e Arquata del Tronto (Ascoli Piceno). Gli ipocentri sono stati tra gli 8 e i 9 km. Un terremoto particolarmente violento, anche per la superficialità dell'energia accumulata, che non è riuscita a scaricare la sua potenza, provocando crolli e danni.
Purtroppo è iniziata fin da subito la conta di morti e feriti. Molte persone sono infatti rimaste sotto le macerie, in particolare ad Accumoli, dove ci sarebbero sei morti, e nella vicina Amatrice, praticamente rasa al suolo. "Il paese non c'è più. C'è gente sotto le macerie": è il grido d'aiuto del sindaco di Amatrice, Sergio Pirozzi, nella notte. Le prime foto che circolano sul web testimoniano la distruzione. Strade coperte da macerie, case completamente crollate, dove ancora si cercano i superstiti.
Secondo il capo del Dipartimento Protezione Civile Fabrizio Curcio, il terremoto di oggi nell'Italia centrale "è paragonabile, per intensità, a quello dell'Aquila". Un terremoto di magnitudo 6.0 si porta dietro una coda di repliche sismiche sicuramente numerose però non si può escludere che ci possano essere scosse paragonabili a quella principale", aggiunte su Repubblica Andrea Tertulliani, sismologo dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, "stiamo parlando di un'area ad altissimo rischio". "Ogni sequenza ha un suo comportamento particolare - ha continuato Tertulliani - però non possiamo escludere che finisca qui oppure che continui in altro modo". Secondo il sismologo dell'Ingv, le analogie con il sisma dell'Aquila nel 2009 riguardano la zona in cui è avvenuto che "è abbastanza vicina all'Aquila anche se in questo caso la magnitudo è più contenuta e, dal punto di vista sismo-tettonico. La fascia appenninica che va dall'Umbria, Marche meridionali e Abruzzo è sede di una sismicità frequente e spesso molto forte".