“Impegniamoci a compiere passi concreti sulla strada della conversione ecologica". Così Papa Francesco durante le celebrazioni della Giornata della cura del creato. "Dio - spiega il Papa - ci ha donato la terra per coltivarla e custodirla con rispetto ed equilibrio. Coltivarla 'troppo' - cioè sfruttandola in maniera miope ed egoistica -, e custodirla poco è peccato".
Francesco, in linea con le posizioni espresse "con coraggio" dal patriarca di Costantinopoli Bartolomeo, ha elencato come "peccati contro il creato", il fatto "che gli esseri umani distruggano la diversità biologica nella creazione di Dio; che gli esseri umani compromettano l'integrità della terra e contribuiscano al cambiamento climatico, spogliando la terra delle sue foreste naturali o distruggendo le sue zone umide; che gli esseri umani inquinino le acque, il suolo, l'aria: tutti questi sono peccati". Infatti, sempre il linea con Bartolomeo, "un crimine contro la natura è un crimine contro noi stessi e un peccato contro Dio".
"Come singoli, ormai assuefatti a stili di vita indotti sia da una malintesa cultura del benessere sia da un 'desiderio disordinato di consumare più di quello di cui realmente si ha bisogno (ibid., 123), e come partecipi di un sistema che ha imposto la logica del profitto ad ogni costo, senza pensare all'esclusione sociale o alla distruzione della natura', pentiamoci del male che stiamo facendo alla nostra casa comune", ha detto del Pontefice. "Dopo un serio esame di coscienza e abitati da tale pentimento, possiamo confessare i nostri peccati contro il Creatore, contro il creato, contro i nostri fratelli e le nostre sorelle", ha aggiunto Papa Francesco.
"I cambiamenti climatici - ha spiegato - contribuiscono anche alla straziante crisi dei migranti forzati. I poveri del mondo, che pure sono i meno responsabili dei cambiamenti climatici, sono i più vulnerabili e già ne subiscono gli effetti". "Quando maltrattiamo la natura, maltrattiamo anche gli esseri umani", ha detto Papa Francesco che sulla scorta della sua enciclica Laudato si', invita ad ascoltare "tanto il grido della terra quanto il grido dei poveri". "Dio ci ha fatto dono di un giardino rigoglioso, ma lo stiamo trasformando in una distesa inquinata di 'macerie, deserti e sporcizia'", ha osservato il Papa nel Messaggio.
"Non possiamo arrenderci o essere indifferenti alla perdita della biodiversità e alla distruzione degli ecosistemi, spesso provocate dai nostri comportamenti irresponsabili ed egoistici", ha aggiunto. Secondo Francesco, "il pianeta continua a riscaldarsi, in parte a causa dell'attività umana: il 2015 è stato l'anno più caldo mai registrato e probabilmente il 2016 lo sarà ancora di più". "Questo - ha osservato il Pontefice - provoca siccità, inondazioni, incendi ed eventi meteorologici estremi sempre più gravi".