Le specie invasive sono una minaccia per la biodiversità globale. Si calcola, lo ha fatto questa volta uno studio australiano e neozelandese pubblicato su Pnas, che nel mondo 30 specie di mammiferi alieni da sole sono responsabili dell'estinzione di oltre 700 specie di vertebrati. E hanno contribuito a oltre la metà di tutte le estinzioni di uccelli, mammiferi e rettili.
Questa calamità corrisponde ad alcuni degli animali più comuni nel mondo, come gatti, roditori, maiali e cani. I danni maggiori, come è ovvio, li fanno sulle isole, dove le specie endemiche sono più vulnerabili.
I predatori invasivi, sottolineano i ricercatori, sono responsabili dell'estinzione di 87 specie di uccelli, 45 mammiferi e 10 rettili, il 58% di tutte le estinzioni contemporanee nel mondo. Numeri, aggiungono, che sono sottostimati perché ci sono altre 23 specie in pericolo critico che potrebbero in realtà essere già scomparse del tutto.
Non è un caso che l'Australia lo scorso anno abbia dichiarato guerra totale ai gatti randagi, adottando piani di contenimento per ridurne il numero. La stessa cosa era già stata fatta con i dingo, i tipici cani selvatici delle praterie australiane. In Nuova Zelanda si sta invece pensando all'eradicazione di opossum, ratti e donnole.
Secondo un recente studio dell'Ispra, richiesto dalla Commissione europea e realizzato incrociando i dati di due database dell'Unione internazionale per la conservazione della natura (Iucn): il 'Global Invasive Species Database' e le 'liste rosse', la situazione è allarmante anche in Italia. Secondo Genovesi, per esempio, il gatto domestico "ha impatti predatori altissimi: è la specie al mondo che ha provocato più estinzioni, cacciando uccelli, lucertole, anfibi, tutti i piccoli vertebrati. Uno studio in Gran Bretagna ha stimato siano fra i 25 e 29 milioni gli uccelli uccisi ogni anno dai gatti liberati in natura".
Grossi danni alla biodiversità sono provocati anche da ratti, visoni americani e dalla capra domestica "che spesso sulle isole, inselvatichita, devasta gli ambienti naturali: mangia anche in ambienti aridi e per esempio a Tavolara mette in pericolo le piante endemiche, ce ne sono almeno sette a rischio".