I gatti, quelli domestici che escono liberamente, e quelli randagi, sono una delle maggiori minacce alla biodiversit�per la loro abitudine a predare uccelli e piccoli mammiferi. Il problema, dato il gran numero di gatti diffusi in tutto il pianeta, è ormai diventato esponenziale, tanto che si cercano soluzioni drastiche. In Australia si è deciso di procedere con un piano di sterminio, che riguarda 2 milioni di gatti rinselvatichiti entro il 2020. Anche in America c'è chi propone di fare la stessa cosa.
A sostegno della proposta addirittura un trattato accademico che propone la rimozione dei gatti vaganti con ogni mezzo necessario. Il libro, con un titolo che più esaustivo non si può (Cat Wars), è scritto dall'ornitologo Peter Marra, capo dello Smithsonian Migratory Bird Center, e dallo scrittore Chris Santella, sulla base di numerosi studi scientifici per sostenere la gravità del problema. Ovvero che per esempio negli Stati Uniti i gatti predano oltre ottanta specie autoctone, e rappresentano la seconda principale causa di mortalità fra gli uccelli. Anche in Europa, uno studio del 2012 ha evidenziato che i gatti sono gli animali che hanno più impatto sulle altre specie: la loro predazione ne influenza 21, undici delle quali a rischio di estinzione.
"Il gatto è un predatore estremamente efficiente; la storia della sua domesticazione è legata proprio a questa sua capacità", spiega sul sito dell'Huffington Post Danilo Russo, ricercatore di ecologia all'Università di Napoli e coautore dell'unico studio sul tema mai condotto in Italia, pubblicato nel 2013 sulla rivista Mammal Biology, che ha messo in relazione la predazione dei gatti con i ricoveri degli animali feriti nei vari centri di recupero evidenziando che i felini rappresentano la prima causa di queste ferite. "Diversi studi dimostrano che i gatti possono anche avere effetti definiti sub-letali - continua Russo - : la sola presenza nelle vicinanze dei siti di nidificazione riduce la capacità proliferativa degli uccelli", spiega ancora Russo, "perché l'aumentata vigilanza nei confronti dei predatori riduce gli sforzi per procurarsi il cibo e nutrire i piccoli".