Anteporre l'interesse per la vita delle cavie a quella di noi esseri umani, contro la ricerca scientifica che salva vite umane, è sicuramente assurdo per la maggior parte di noi. Lo fa la Lav, da sempre, è la sua natura. E' nata per combattere la sperimentazione animale e non può fare nient'altro che esercitare la propria pressione sulle istituzioni. Ma che lo Stato dia retta a queste posizioni, ponendo assurdi limiti alla ricerca contro terribili malattie come il cancro o la sclerosi multipla, sono per citarne alcune, è qualcosa di aberrante, che lascia increduli e amareggiati.
Già perché, anche se non se ne parla molto, in Italia, grazie all'influenza su certi parlamentari da parte di associazioni come la Lav nella passata legislatura, è passato un decreto legislativo che, recependo male la direttiva europea (in chiave restrittiva nei confronti dei ricercatori), ha inferto un duro colpo a Università e Istituti di ricerca. Tanto per dirne una, a causa di queste limitazioni, gli italiani non possono accedere ai bandi internazionali, visti gli impedimenti imposti. E' per questo, come sottolinea in un articolo la studentessa Giulia Corsini che milita nell'associazione Pro Test, molti studiosi sono costretti a lasciare l'Italia per proseguire le proprie ricerche, il cui impatto potrebbe andare a beneficio della salute di tutti.
Cme non bastasse proprio a causa di questo cattivo recepimento l'Italia è stata messa in mora da Bruxelles e questo potrebbe tradursi in infrazione, ovvero multe salate per l’Italia nei confronti dell’UE, da 150 mila euro al giorno. "L’applicazione errata - scrive Corsini - è dovuta anche ai i divieti imposti dal Parlamento alla ricerca su sostanze d’abuso e xenotrapianti. Divieti in moratoria (art. 42 del d.lvo 26/2014), che saranno effettivi dal primo gennaio 2017 e sui quali il Governo si troverà a scegliere, più o meno esplicitamente, se rendere esecutivi o se concedere un prolungamento della moratoria. Esiste un solo modo per salvare questi filoni della ricerca in vivo ed evitare di andare in infrazione: modificare il decreto e recepire correttamente la direttiva!".
"Purtroppo - continua la rappresentante di ProTest - la situazione non sembra per niente rassicurante: dopo un discreto periodo di tranquillità da parte dei mass media, guarda caso, stanno improvvisamente ricominciando a comparire in tv dei servizi faziosi o fuorvianti concernenti la sperimentazione animale. Edoardo Stoppa (Striscia la Notizia, Mediaset) e Roberta Badaloni (TG1, minuto 20’25) intervistano la dottoressa Kuan, una biologa che parla di sperimentazione animale ma a nome di una famosa onlus animalista: la LAV. Coincidenze? Poi ci sono i comunicati stampa e i video, sempre della LAV, ripresi dai quotidiani e dalle riviste nazionali: La Stampa, Il Corriere della Sera, Panorama, il Mattino, Il Secolo XIX quasi fosse la LAV l’unica “istituzione scientifica titolata” (?) a parlare di Sperimentazione Animale. Il copione si ripete, come ogni anno: c’è un’unica campana che si sente suonare, prepotente e stonata".