Un nuovo studio italiano, dal titolo inglese (What does the wild boar mean to the wolf?), dimostrerebbe che diminuendo drasticamente la popolazione di cinghiali in una data zona, si spingerebbe il lupo a ripiegare su caprioli e bestiame, con relative amare conseguenze per la convivenza del predatore con le attività pastorali. I ricercatori dell'Università di Siena hanno confrontato 16 studi provenienti da 21 aree di ricerca in Europa per valutare se la frequenza del cinghiale nella dieta del lupo possa essere influenzata da altre specie di ungulati disponibili. Il cinghiale si sarebbe rivelato la preda principale del lupo (49% in media), seguito da caprioli (24%) e bestiame (18%).
Nelle conclusioni lo studio, pubblicato sull’European Journal of Wildlife Research, afferma che “si può ipotizzare che una pesante riduzione artificiale dei loro numeri locali, vale a dire oltre il 50- 70% su grandi aree (come molte autorità regionali hanno sostenuto di recente attraverso i media, in Italia), priverebbe il lupo delle sue principali prede, intensificando così la predazione sul capriolo, un animale cacciabile di grande valore, e del bestiame, esacerbando a sua volta il conflitto uomo-lupo”.
Questo studio porta in evidenza l'ovvio. Se i cinghialetti (le prede del lupo sono più che altro i giovani esemplari) diminuiscono, il lupo sceglierà altre prede facili, come le inermi pecorelle impaurite portate al pascolo. Ma l'osservazione sul campo e le notizie di cronaca ci fanno capire che in realtà ci sono altri fattori che condizionano la dieta di questi predatori e sono in continua evoluzione.
Anzitutto i lupi, in veloce espansione in tutto lo stivale, si avvicinano sempre di più alle attività umane, sicuri di trovare qualche animale di piccola – media taglia da cogliere di sorpresa, cani compresi, come dimostrano diversi episodi documentati. Ma anche le prede stanno reagendo. I cinghiali, che certo animali stupidi non sono, grazie al fatto che sempre di più si trovano a fare i conti con il lupo, stanno imparando ad organizzarsi in gruppi-scudo per proteggere i giovani esemplari. Le scrofe adulte si frappongono tra i lupi e i piccoli, ben consapevoli che i primi difficilmente tenteranno lo scontro con grossi esemplari. Il che, spesso, vanifica ogni strategia di caccia del famelico predatore.