La nuova forte scossa di magnitudo 5.3, avvertita in Abruzzo, nel Lazio e in altre zone del centro Italia, e le altre a seguire, non potevano avvenire in un momento peggiore, data la grande quantità di neve caduta, soprattutto in Abruzzo, che già costituiva di per sé un'emergenza, soprattutto per quelle decine e decine di persone che, dopo i terremoti degli scorsi mesi, sono costretti a vivere accampati nei container.
L'epicentro è nella zona del terremoto del 24 agosto", ha detto Fabrizio Curcio, capo della Protezione civile a Rainews24 parlando del primo terremoto. "Dal 24 agosto nel centro Italia si sono superate le 45mila scosse" ha aggiunto. "La zona interessata si trova a metà tra quella attivata dal terremoto del 2009 a l'Aquila e quella attivata dal sisma del 24 agosto", ha aggiunto il capo della Protezione Civile.
Il dramma degli animali e degli allevatori
La neve, le frane e le strade bloccate rendono purtroppo difficili i soccorsi. La situazione è drammatica anche per gli animali da allevamento, rimasti bloccati nelle zone più irraggiungibili, senza riparo, né cibo. Molti sono rimasti schiacchiati dalle stalle crollate, come evidenziano le diverse immagini circolate in rete. Sono diversi gli allevatori che ormai vivono lontani dalle stalle a causa dell'inagibilità delle proprie abitazioni e non sanno nemmeno se li troveranno ancora vivi una volta raggiunti. Le poche stalle rimaste in piedi, in assenza di un opportuno intervento, rischiano di cedere sotto il peso della neve e per la forza esercitata dalle scosse.