“Gli allevatori non ne possono più di allevare capi per alimentare i lupi”. E' quanto dichiara in una nota Coldiretti Emilia Romagna, facendo presente che tra il 2010 e il 2016, gli allevamenti di pecore e capre, che sono i più colpiti dai lupi, sono passati dai 3.300 a 2.500, con una diminuzione dei capi allevati da 87 mila a 76 mila. E che nel 2015 sono stati uccisi più di 300 i capi, che costituiscono però solo la punta dell’iceberg, in quanto molto più pesanti sono i danni collaterali. Gli animali, infatti, a causa dello stress provocato dagli attacchi riducono drasticamente la produzione di latte, con pesanti tagli al fatturato aziendale.
Con il Piano Nazionale si prende almeno in considerazione il problema e se ne prospettano soluzioni, dice l'associazione. “Mentre sarà importante contenere la popolazione di lupi come prevede il Piano nazionale – precisa -, occorrerà intervenire decisamente per eliminare la presenza e la diffusione dei canidi e salvare il reddito degli allevatori e salvaguardare lo stesso patrimonio di biodiversità rappresentato dal lupo (specie canis lupus) del nostro Appennino”.
Rincara la dose la Coldiretti Toscana, che evidenzia come secondo i più recenti studi condotti dall’università di Firenze, nella regione vive una popolazione di lupi formata da 108 gruppi riproduttivi (erano 72-73 nel 2013): ovvero circa 600 animali. “I gruppi - evidenzia l'associazione - si stanno rafforzando anche a causa di incroci con cani randagi ed attaccano sia animali di piccola taglia come le pecore che animali di taglia più grande come i vitelli”. E riguardo al Piano, che dovrà essere approvato il prossimo 2 febbraio, ecco quali sono state le specifiche richieste della Coldiretti: “Il Presidente Moncalvo ha presentato al Ministro Galletti alcune precise richieste – dice Antonio De Concilio, Direttore di Coldiretti Toscana – riguardo all’approvazione e l’immediato avvio del piano di conservazione e gestione del lupo in seno alla Conferenza Stato Regioni, in programma nei prossimi giorni, con la necessità di individuare chiaramente le figure con le responsabilità attuative. Inoltre – continua De Concilio – abbiamo chiesto di procedere all’immediata realizzazione di piani di contenimento e controllo dei cani vaganti e ibridi attraverso la collaborazione con le diverse autorità locali".