Un episodio di aggressione certificata da parte di lupi ad un cane e al suo padrone. E' accaduto lo scorso 10 gennaio in quel di Giaveno (TO). Un uomo stava passeggiando con il suo bassotto in località Borgata Tora, quando il cane si è allontanato è stato raggiunto da due giovani lupi, che lo hanno attaccato, mordendolo sulla schiena. A quel punto è intervenuto il padrone con un bastone, spaventando i lupi che avrebbero lasciato andare il cane. Quando il bassotto si è rifugiato tra le gambe del padrone, stando alla ricostruzione che leggiamo sul sito ufficiale del progetto Life WolfAlps, sarebbe poi intervenuto un altro membro del branco, apparentemente uno degli esemplari adulti, afferrando con i denti il pantalone dell’uomo, senza però ferirlo. In seguito tutti gli animali, spaventati dalle urla e dai calci del proprietario, si sarebbero dileguati. Il cane ferito è stato portato al veterinario di Avigliana (TO), che gli ha medicato le lesioni, risultate superficiali; il suo padrone invece se l’è cavata con un grande spavento e i pantaloni strappati.
I risultati delle analisi lo confermano: si tratta di lupi
Nei giorni successivi all'aggressione, l'uomo è finito, suo malgrado, in un vortice mediatico di conferme e smentite, sul fatto che, effettivamente si potesse trattare di lupi. Il protagonista della vicenda, che è un cacciatore, si è rivolto alla Federcaccia Piemonte, che ha provveduto in modo autonomo a campionare possibili tracce biologiche dal pelo del bassotto e dagli indumenti del padrone. Cinque campioni sono stati quindi consegnati da Federcaccia al laboratorio di Genetica dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA) di Ozzano dell’Emilia (Bologna) per sottoporle alle analisi genetiche e verificare la specie di appartenenza dal DNA in essi contenuto. Successivamente l’accaduto è stato denunciato all’Arma dei Carabinieri della stazione locale. Il Dna è risultato compatibile con due profili genetici di lupo maschio appartenenti alla popolazione italiana. I due profili genetici risultano molto simili (stesso aplotipo al cromosoma Y e 50% di uguaglianza ai loci STR autosomici), denotando che potrebbe trattarsi di due individui strettamente imparentati. I risultati, grazie al confronto con gli altri dati del progetto Life WolfAlps, permetteranno di comprendere la provenienza degli esemplari coinvolti – l’eventuale branco di appartenenza – e di monitorare in modo più serrato gli animali che dovessero dimostrarsi troppo confidenti o aggressivi.
I curatori del progetto fanno alcune importanti considerazioni: il lupo è ormai presente anche a bassa quota e di conseguenza in aree maggiormente antropizzate; le predazioni di lupo su cani sono già note, e rientrano nelle dinamiche di competizione intra-specifiche, ovvero di conflitti tra individui della stessa specie; questo genere di episodio può accadere sia nel caso di cani che si addentrano nel territorio di un branco di lupi, sia nel caso di lupi abituati a sfruttare risorse alimentari non custodite o scarti (per esempio carcasse di capi di allevamento non smaltite correttamente). Gli esperti consigliano dunque d tenere sempre i cani al guinzaglio quando si passeggia in montagna, di non lasciare il proprio cane libero di vagare durante la notte, né tantomeno legato alla catena (pratica per altro vietata dalla legge).
L'episodio dimostra anche che, evidenziano gli studiosi il lupo, nonostante sia dotato di mezzi che gli consentono di abbattere prede delle dimensioni di un cervo, "non è un animale pericoloso per l’uomo. Infatti, sebbene siano state riportate alcune rare aggressioni nel nostro contesto sociale, gli attacchi hanno avuto sempre conseguenze nulle o lievi alle persone". Almeno fino ad ora...
Rileggendo le dichiarazioni dell'uomo, sul sito Valsusaoggi.it, sembra che i lupi in realtà siano stati soltanto molto cauti, il che non significa non poteva finire in tragedia. Solo per una casualità i denti del lupo non hanno ferito l'uomo. "Con il bastone ho provato ad allontanarlo mentre si avvicinava, ma non sono riuscito a colpirlo - ha dichiarato Paolo Ferlanda, questo il nome del malcapitato - , e subito dopo mi ha morso a una gamba, per fortuna ha preso solo i pantaloni e li ha bucati, senza ferirmi. Istintivamente ho scalciato, gridavo, e così ha mollato la presa e si è allontanato. È successo tutto in pochi istanti veloci, ero impaurito”. "Mi viene comunque da pensare: - ha aggiunto dopo l'aggressione - : se al posto del bassotto ci fosse stato un bimbo piccolo, cosa sarebbe accaduto? È ora che le istituzioni pensino al problema, come avviene anche in altri Stati vicini, prima che succeda qualcosa di brutto. Non c’entra nulla che io sia un cacciatore, la stessa cosa avvenuta stamattina sarebbe potuta accadere a chiunque altro, e davvero non lo auguro a nessuno. Ero terrorizzato”. |