Dura condanna per il 43enne della provincia di Bergamo che seviziava gatti prima di ucciderli e postare le foto delle torture su whatsApp. Il tribunale di Bergamo ha inflitto
una pena di tre anni e sei mesi al killer seriale dei felini ed imposto la libertà vigilata per due anni dopo il carcere. L'uomo aveva contattato alcune donne che avevano pubblicato su internet l'annuncio di vendita di alcuni gattini e dopo averli ricevuti, li ha torturati e uccisi, fotografando tutto.
Esulta l'Enpa, parlando di "sentenza storica" contro il maltrattamento animale. Sicuramente lo è, da un certo punto di vista. Ma bisogna anche tenere a mente che la pena è stata così severa (il pm aveva chiesto solo un anno e quattro mesi) tenendo conto del fatto che l'uomo era già stato condannato lo scorso dicembre a 2 anni per stalking e non certo nei confronti di gattini. E' ovvio che i giudici abbiano tenuto conto della evidente pericolosità sociale dell'uomo.
L'uomo è stato anche condannato a versare un risarcimento di cinquemila euro per ognuna delle parti civili: Enpa, Diritti Animali e Ugda, e pagare le spese processuali proprie e delle parti coinvolte. Se solo avesse un mimimo di reddito. Il tribunale, in considerazione del suo esiguo reddito annuo (inferiore agli undici mila euro) ha riconosciuto il Patrocinio a spese dello Stato. Il che significa che tutte le spese processuali gravano direttamente sullo Stato. Per quanto riguarda i risarcimenti, le associazioni animaliste dovranno attendere che l’uomo possa ricominciare a lavorare.