Secondo Wwf la legge sui Parchi rischia di riportare indietro di 40 anni il sistema di protezione della natura. Commenta la presidente del WWF Italia Donatella Bianchi: “la proposta di riforma che approda domani (ovvero oggi, lunedì 27 marzo, ndr) in aula alla Camera, dopo essere stata approvata al Senato, è una grande opportunità perduta: se il testo non verrà emendato ma licenziato frettolosamente, anziché rilanciare e rafforzare i parchi italiani li indebolirà”.
Secondo Wwf con la riforma le aree protette passerebbero sotto la diretta influenza degli Enti territoriali, rischiando di essere ostaggio di logiche partitocratiche e localistiche.
“Oggi il Parlamento sembra incapace di ascoltare il mondo al di fuori del Palazzo mentre con la Legge Quadro del 1991 (la 394) si aprì al confronto con la società civile e la comunità scientifica - conclude Donatella Bianchi -. Ma c’è ancora una possibilità per correggere la rotta: per questo il WWF si rivolge a tutti i deputati che da domani affronteranno, in aula, la proposta di legge affinché accolgano una serie di modifiche sostanziali per correggere un testo che così rischia di stravolgere il sistema delle aree protette e di indebolire la natura d’Italia”. I parchi possono rappresentare una grande opportunità di sviluppo sostenibile, per questo occorre una riforma innovativa e proiettata al futuro.
Cosa prevede la proposta secondo l'analisi di Wwf:
• che i Presidenti dei Parchi abbiano solo generiche qualifiche di gestione amministrativa senza che sia richiesta nessuna competenza in materia di tutela ambientale;
• che nel Consiglio Direttivo degli Enti-Parco siano inserite rappresentanze di portatori di interessi economici, indebolendo gravemente la tutela degli interessi generali rappresentati dallo Stato;
• che i Direttori dei Parchi non abbiano più una nomina nazionale, ma locale e senza che siano richieste competenze ambientali o naturalistiche e che ne sia garantita l’indipendenza;
• che le Aree Marine Protette siano ancor più governate attraverso un sistema frammentario e disomogeneo fortemente condizionato dagli interessi locali;
• che la gestione della fauna dei parchi non sia chiaramente ancorata alle Direttive comunitarie, aumentando anche le possibilità di coinvolgimento dei cacciatori per gli abbattimenti selettivi.