Incredibile ma vero. Mentre il mondo dibatte sul pericolo costituito dalle bombe chimiche e nucleari, e la tensione aumenta con nuove e sempre più decise azioni militari, in Italia, da giorni, tiene banco la questione degli agnellini. Dopo il video di Berlusconi e delle cinque pecorelle salvate dalla macellazione e finite nel lussuoso parco di Arcore, anche la Presidente della Camera, Laura Boldrini, nella sua veste istituzionale, si fa fotografare mentre accoglie e decide di adottare due agnelline salvate dagli animalisti (Enpa), alle quali dà pure dei nomi, Gioia e Gaia.
Nel video, ormai diventato virale, dichiara "pensavo di adottarle, ma non di portarle a casa, perchè Gigi Billo (il gatto) potrebbe risentirne, potrei fare con voi un accordo - dice agli animalisti - lasciarle nella fattoria dove stanno e occuparmi di tutto ciò che serve per il loro mantenimento". Seguono dichiarazioni che certo non ci si aspetterebbe dalla terza carica dello Stato, che dovrebbe rappresentare tutti, mantenere un profilo di rigore istituzionale e difendere, o per lo meno tenere in considerazione, gli interessi economici del settore, sulla necessità di aprire una riflessione contro la macellazione di questi animali. Ma non se ne capisce il senso.
Nei successivi giorni Boldrini ci aggiorna sulle sue intenzioni di diventare vegetariana, per accontentare la figlia, che già lo è. In cambio lei, la figlia, smetterà di fumare. Considerazioni che attengono alla vita privata della Presidente della Camera, e che però hanno l'effetto devastante di colpire un settore già vessato da altri problemi molto seri: la crisi economica, il terremoto in aree chiave dell'allevamento e la predazione da parte di lupi e cani vaganti.
Le ovvie, sacrosante rimostranze non si sono fatte attendere. Un pastore sardo, Fortunato Ladu, si è rivolto così alla terza carica dello Stato: "mai avrei pensato che proprio in un periodo nero per la pastorizia sarda, lei, dall'alto del suo ruolo istituzionale, potesse danneggiare la mia attività di pastore sardo”. Il pastore fa notare che grazie alla sua attività ha potuto far studiare le due figlie, consentendogli di conseguire lauree importanti. “ A loro ho insegnato il rispetto verso tutte le culture e tutte le abitudini di vita, sessuali, alimentari nonché religiose, e che le istituzioni sono imparziali, difendono il cittadino e lo accompagnano nella vita sociale". Quindi, "mai avrei pensato che la presidente della Camera esaltasse le scelte di vita di una esigua categoria di persone a scapito di dodicimila aziende pastorali solo in Sardegna”.
La condotta della Boldrini, come dimostrano le levate di scudi di tanti pastori, che sono prima di tutto cittadini e onesti lavoratori, purtroppo mina la credibilità della terza carica dello Stato, la quale forse non rappresenta più tutti gli italiani, ma una piccola minoranza, che troppo spesso si è contraddistinta per la sua connotazione estremista e prevaricatrice.
Un'altra lettera intanto è arrivata anche a Berlusconi. A scriverrla la figlia di un pastore sardo. “In Sardegna - ha scritto - ci sono migliaia di allevatori, e migliaia di persone che vivono di pastorizia. I pastori sono persone che non conoscono un giorno di festa, che vivono dalla produzione del latte, del formaggio e della vendita degli agnelli”. “Le sembrerà strano, ma noi per vivere dobbiamo sacrificare gli agnelli. Invece gli ‘altri’ (e lei ne conosce tanti!) – prosegue la donna - per vivere sacrificano e calpestano la vita di tutti noi. Le ricordo che quest'anno (ma a lei cosa può interessare?) il latte di pecora sarà pagato a 0,60 centesimi al litro e sarebbe opportuno che si preoccupasse più dei pastori che degli agnelli! Sig.Silvio, in Sardegna (che non è quella che conosce lei, quella" smeralda") c'è il comparto della pastorizia, che vive un momento di crisi profonda. Ci sono aziende che non riescono a pagare i mutui, facce segnate dalle rughe, mani forti con voglia di lavorare e che hanno bisogno di risposte serie, non di farse recitate solo per recuperare voti”.
“La lascio signor Silvio –conclude la lettera - informandola che senza i pastori, lei e i suoi nipoti avreste potuto vedere le pecore solo allo zoo, perché non sono animali in grado di vivere senza la cura di un pastore. Ma questo lei e tanti animalisti non lo sanno. Ci lasci in pace, la prego, ci manca solo "l'animalista berlusconiano".