Da decenni sotto l'attacco dell'attivismo animalista gli Inuit, ovvero gli indigeni del Canada che vivevano di caccia di sussistenza alle foche nell'Artico, rivendicano ora la propria cultura e la propria dignità di popolo. A portare a galla il riscatto delle giovani generazioni inuit, che oggi tornano a rivendicare il loro diritto di cacciare, è un film, Angry Inuk, che documenta i danni che l'attivismo animalista degli anni Settanta e Ottanta provocò all'economia locale.
“Ci hanno rovinato” racconta Alethea Arnaquq-Baril la giovane regista del film. “Troppo facile dire stop alla caccia quando si vive nella metà ricca del mondo” evidenzia. La campagna contro la mattanza delle foche, sostiene "fu un attacco non solo alla nostra sopravvivenza, ma anche alla nostra cultura".
Le giovani generazioni, dopo decenni di miseria, alcolismo e suicidi dei loro padri, intendono riportare in vita la loro cultura. Si riparte dalla pelle di foca, sfruttata da giovani stilisti inuit per dare un nuovo avvio all'economia locale. Come fa Victoria Kakuktinniq. 27 anni, che ha disegnato una collezione di capi esclusivi ispirata al mondo dei maestri conciatori di guanti e pellicce. Nel 2013 ha messo in rete il marchio "Victoria's Arctic Fashion", uno store online su cui vende i capi direttamente dal nord estremo del Canada: "Gli Inuit ce la stanno mettendo tutta per promuovere la loro cultura e mostrare come vivevano i loro antenati"