L'Australia ha avviato la più grande eradicazione dei gatti rinselvatichiti del pianeta. Il tutto su progetto di un'associazione ambientalista, l'Australian wildlife conservacy, che si è prodigata allo scopo a salvaguardia delle specie in pericolo di estinzione. Su un'area di almeno 650 km quadrati nel Newhaven Wildlife Sanctuary saranno abbattutti tutti i gatti e tutte le volpi presenti.
Al fine di salvaguardare le popolazioni selvatiche di almeno 10 specie marsupiali minacciate, il progetto si articola in una prima fase che eradicherà i gatti da una superficie di 8.000 – 15.000 ettari, creando poi recinzioni protettive per determinare un'area libera da gatti di oltre novemila ettari, reintroducendo i piccoli marsupiali estinti a livello regionale. Il costo di queste operazioni è stimato in circa 5 milioni di dollari, in parte finanziati dallo Stato (il National Landcare Program del governo federale ha concesso un finanziamento da 750.000), in parte provenienti dalle donazioni dei cittadini.
Per l'eradicazione dei gatti l'associazione ambientalista ha ricevuto infatti 2,25 milioni di dollari, deducibili dalle tasse, al fine di salvare la fauna autoctona. In sostanza in Australia ambientalismo e animalismo sono ben distinti, a differenza da ciò che avviene da noi. Al punto da riuscire a far comprendere chiaramente ai cittadini (i queali mettono addirittura mano al portafoglio) che per un fine sacrosanto come è quello della salvaguardia di specie in pericolo, vale la pena fare fuori qualche gatto, specie aliena, introdotta dagli europei secoli fa.
La fase 2 del progetto estenderà l’area feral cat-free fino a più di 70.000 ettari, realizzando così la più grande eradicazione di gatti rinselvatichiti del pianeta. L'eradicazione dovrebbe terminare nel 2018, in modo da poter prevedere l'introduzione dei marsupiali nei primi mesi del 2019. Al fine di raggiungere lo scopo, le comunità locali non solo sono coinvolte, ma costituiscono un ruolo fondamentale sia nella costruzione della rete anti predatori che nell'eradicazione dei gatti, eseguita anche da cacciatori con cani addestrati in supporto ai ranger.
Il responsabile del Newhaven Wildlife Sanctuary, Joe Schofield, ha spiegato alla rete televisiva ABC che la recinzione sarà alta circa 1,8 metri e avrà in cima un top floppy che impedirà a gatti e volpi di saltare all’interno dall’area liberata dai predatori invasivi. Inoltre ci saranno barriere sotterranee che impediranno a gatti e volpi (ma anche agli stessi marsupiali) di scavare per entrare o uscire. L’intera barriera sarà circondata all’esterno da due fili elettrificati e i ranger aborigeni faranno controlli regolari lungo la recinzione per assicurarsi il perimetro non venga violato.