Il boom delle vendite di prodotti che si crede siano più sani, come avviene per tutta la linea vegan, è una cosa ormai assodata. Solo in Italia si parla di un fatturato di 320 milioni di euro nei supermercati. Ma cosa c'è di vero e di scientificamente inappuntabile nel concreto? Nulla, o meglio, molto poco. A spiegarlo nel suo nuovo libro No Vegan è Luca Avoledo, esperto di nutrizione, che dalle pagine del suo blog (lucaavoledo.it) fa informazione alimentare e scientifica per il vasto pubblico, tanto che viene chiamato spesso ospite in radio e tv per parlarne.
La sua è una lotta contro la disinformazione. "Il veganismo - spiega in un'intervista rilasciata a Famiglia Cristiana - enfatizza motivazioni pseudoscientifiche: la carne fa venire il cancro e così via. Aspetti delicati, trasversali. Questo scenario si è in parte realizzato: la più grande pensata che ha avuto il movimento vegan è stata quella di puntare sugli aspetti salutistici. Molto però è stato enfatizzato o inventato".
La dieta vegana, non ci stancheremo mai di ripeterlo, non è per tutti. Per seguirla bisogna essere più che informati per evitare diverse forme di carenze, che soprattutto nei bambini, possono esporre a gravi danni per la salute. E già questa incompletezza di elementi nutrizionali dovrebbe servire a dimostrare che in realtà siamo onnivori ed è quindi una forzatura contro natura quella di ostinarsi a non assumere alcun alimento di origine animale.
"Tanti fautori della dieta affermano che tutti noi dovremmo ricorrere a questo regime alimentare - spiega Avoledo - . Il punto è che viene fatto riferimento a una serie di studi in cui si mettono a confronto il vegano attento, seguito da un nutrizionista, con l’americano obeso che vive di hamburger e milkshake. È chiaro che emerge una superiorità: chi ha una dieta ricca di frutta e verdura ed elimina junk food appare più sano. Ma quando viene confrontato l’onnivoro che mangia bene con il vegano si nota che l’onnivoro ha gli stessi esiti, anzi sta meglio perché include nella sua dieta cibi preziosi come il pesce, che tutte le società di cardiologia invitano a consumare. Non c’è nessuna istituzione mondiale, a partire dall'OMS, che afferma il contrario. Tutte le organizzazioni sanitarie invitano a un consumo controllato della carne, del pesce in particolare, in particolare in alcune fasi della vita, come la gravidanza o la senescenza".