Entra nel vivo in Abruzzo il progetto Life (cofinanziato dall'UE). In particolare nel Parco del Gran Sasso e Monti della Laga, partner del Progetto Life Mirco Lupo, insieme al Parco Nazionale dell'Appennino Tosco Emiliano, che ne è capofila. Oltre alle tante azioni di educazione e informazione, volti a diminuire le azioni dell'uomo che danneggiano la conservazione del lupo, il Progetto intende contrastare il fenomeno dell'ibridazione con il cane, che inesorabilmente compromette la purezza della specie.
In questo modo, oltre a tutelare il lupo, si cerca di migliorare la gestione da parte degli allevatori. Il Parco Nazionale del Gran Sasso e dei Monti della Laga, ospita 80-100 esemplari di lupo e almeno 20 ibridi cane-lupo, scoperti dai ricercatori del progetto. “Non esistono lupi problematici– spiega alla stampa durante un media tour Federico Striglioni, responsabile del Servizio scientifico del Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga- ma allevamenti problematici. Qualsiasi lupo diventa problematico se trova un gregge non custodito o mal custodito. La nostra attività consiste proprio in questo, nell’aumentare il senso di responsabilità e appartenenza dell’allevatore, fino a stimolarne la gestione. Con una buona gestione, infatti, si possono non avere danni”.
Come il progetto Mirco intende ridurre la presenza degli ibridi e dei cani vaganti? Sterilizzandoli. Dopo la cattura, nel caso in cui l'analisi del dna rivelasse che l'esemplare catturato non è un lupo al 100%. Gli ibridi saranno reinseriti in natura dopo la sterilizzazione e muniti di radiocollare. I lupi puri verranno invece liberati subito dopo l'esito degli esami del sangue.
Chi volesse rinfrescarsi la memoria su tutti i progetti sul lupo aperti dall'Italia, si legga l'articolo Lupo, quanto ci costi