E' questo in sostanza ciò che risponde il Sottosegretario all'Ambiente Silvia Velo all'interrogazione sui precari Ispra presentata dall'esponente Sel Serena Pellegrino. A smentire le accuse da parte dei dipendenti dell'istituto secondo i quali con i licenziamenti decisi (al termine dei contratti a tempo determinato) sarebbe a rischio la ricerca ambientale, la Velo porta alcuni dati.
“L'incidenza percentuale dei lavoratori con contratti flessibili rispetto alla dotazione organica è passata, in meno di 10 anni, dal 40 per cento al solo 6 per cento”. Nel dettaglio, oggi Ispra conta circa 1.200 unità a tempo indeterminato. Tutti i lavoratori in possesso dei requisiti necessari sono stati stabilizzati (80) o sono in via di stabilizzazione (24). Rimangono 56 lavoratori, che, dice la Velo, non hanno maturato tali requisiti e quindi non verranno confermati. “Dai numeri appena riportati, è chiaro che non si possa parlare di un blocco delle attività in caso di mancata prosecuzione dei rapporti di lavoro interessati. Ciò non fa certamente venire meno l’attenzione del Ministero dell’ambiente nei confronti delle persone oggi non rientranti nei percorsi di stabilizzazione”.
Tuttavia, l'istituto si trova in un'empasse difficile da risolvere. La questione è come al solito la mancanza di fondi, oltre ad una grande confusione su ruoli e compiti da assolvere. Come è noto, con la legge che ha istituito il Sistema nazionale a rete (legge n. 132 del 2016), entrata in vigore a gennaio 2017, Ispra ha ora uno specifico ruolo strategico di coordinamento delle agenzie ambientali. Ma la legge manca di attuazione, ed è proprio la riorganizzazione dell'istituto uno dei punti più contestati al governo, anche a fronte di un esborso finanziario che dai dipendenti è ritenuto insufficiente.
“Non è stato previsto un incremento del contributo ordinario – conferma il Sottosegretario Velo -. Nella consapevolezza delle necessità di ISPRA - spiega la Velo - , il Ministero dell’ambiente ha, inoltre, già provveduto ad erogare il contributo ordinario, che è stato tutto trasferito all’istituto in due tranches, per un totale di 80 milioni di euro”.