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Petrini: inscindibili qualità alimentare e rispetto dell'ambiente


lunedì 18 settembre 2017
    

carlo petrini "Il settore agricolo è tra i più impattanti in termini di gas serra: con il 21% di emissioni è secondo solo alle attività legate all’energia (37%). La fermentazione enterica degli allevamenti industriali copre il 70% di questo dato".
 
Lo dice una nota di Slow Food a proposito del lancio della campagna Menu for Change, iniziativa che mette al centro le scelte dei consumatori rispetto al problema dei cambiamenti climatici. Secondo Carlo Petrini, fondatore di Slow Food, occorre consumare con la piena consapevolezza di ciò che si mangia. “A chi si domanda perché un’associazione che si occupa di cultura alimentare dovrebbe promuovere una campagna sulle questioni del cambiamento climatico, posso rispondere questo: è incosciente chi si bea della qualità alimentare di un prodotto senza chiedersi se a monte c’è distruzione dell’ambiente e sfruttamento del lavoro”.

“Il più grande terreno da coltivare è la lotta allo spreco. Tutte le istituzioni internazionali ripetono che siccome nel 2050 saremo 9 miliardi e mezzo “bisogna produrre più cibo”, ma già oggi abbiamo cibo per 12 miliardi di viventi. Significa che un’ampia parte di quello che viene raccolto, trasformato e venduto finisce nella pattumiera”. C’è un intero paradigma agricolo e agroalimentare da cambiare, dice Petrini, evidenziando che la produzione va concentrandosi nelle mani di pochi. 
 
Un esempio drammatico viene dalla filiera del pomodoro: "Tonnellate di pomodori arrivano in Italia dalla Cina, vengono lavorati e colonizzano i Paesi africani, invasi da scatole di concentrato prodotto da aziende con nomi come Gino e la bandiera tricolore sul barattolo. Questi marchi simil-italiani stanno distruggendo le produzioni agricole africane perché hanno prezzi perfino più bassi delle loro. Il risultato è che i giovani abbandonano la terra e vanno a lavorare come schiavi nei campi del Sud Italia. Siamo tutti chiamati in causa, le piccole azioni moltiplicate per milioni di persone possono cambiare il mondo".

"Non ci dobbiamo però concentrare solo sulla valutazione delle attività principali, - avvertono i meteorologi - ma valutare le attività di preproduzione (mangimi e concimi) e di postproduzione (trasporto, stoccaggio, packaging). Le emissioni di CO2, poi, non sono l’unico parametro da considerare: vanno tenuti in conto anche il contesto geografico di produzione, la qualità dei suoli e il loro livello di tossicità e l’uso in quanto risorsa scarsa, l’utilizzo di acqua e di biosfera (water footprint e ecological footprint)".

Sebbene anche la Fao sottolinei la necessità di andare verso un’indagine multiprospettica, che tenga conto degli influssi del cambiamento climatico su sicurezza alimentare, nutrizione e perdita di biodiversità, siamo ancora lontani dall’avere una visione complessiva della filiera.

Ma anche noi possiamo fare molto: scegliere cosa mettere nel piatto è un atto politico.


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2 commenti finora...

Re:Petrini: inscindibili qualità alimentare e rispetto dell'ambiente

Possiamo scegliere cosa mettere nel piatto il,50 % della popolazione mondiale e va bene poi c'è chi i fa la doccia 2 volte al giorno chi a 2 macchine chi fa cunsumismo a più non posso tutto quello che abbiamo risparmiato se ne va a pu....ne basta mettere leggi globali a tutti e risolviamo il problema chi non lo fa buommmmmmm.

da coccodrillo 21/09/2017 18.46

Re:Petrini: inscindibili qualità alimentare e rispetto dell'ambiente

Insomma la Cina e' il probblema .La causa di tutti i mali,,,Quando ci sveglieremo?..

da toni el cacciator 18/09/2017 20.31