Come tutte le mode, anche quella che rifiuta la carne sta passando? Dalla consueta indagine Eurispes, che di anno in anno traccia il profilo degli italiani, emerge un'inversione di tendenza nella percentuale di vegetariani e vegani in Italia. Si passa quindi dagli 8,1% del 2016 al 7,6% del 2017. Ma se il calo generale, anche se minimo, è appurato, all'interno di quella percentuale si nota un incremento dei vegani del 2%. I vegetariani (4,6%) di contro calano del 2,5%.
Probabilmente certe scelte estreme sono destinate a contrarsi. Se da un lato negli ultimi tempi si è registrato un vero e proprio boom di chef (o improvvisati tali) e canali youtube dedicati e di prodotti pronti al consumo rigorosamente senza carne e affini, dall'altro sono emerse anche le criticità e i rischi che corre chi fa la scelta drastica di evitare qualsiasi prodotto di origine animale.
Dopo un primo incantamento stanno dunque passando anche le dovute informazioni rivolte soprattutto ai genitori di piccoli vegani: bisogna integrare con prodotti di sintesi per evitare gravi carenze. E a dimostrare che ciò può accadere, purtroppo ci sono decine di fatti registrati dalla cronaca. Inoltre a dimostrare che la dieta priva di proteine animali non è necessariamente sana, sono apparsi sulla scena libraria due volumi: No Vegan di Luca Avoledo, che mette a nudo la carenza di evidenze scientifiche a supporto della dieta vegana e La soia fa bene o male? di Susanna Bramante, che mette in luce come i processi di produzione massiva stiano esponendo i consumatori a rischi fisici, soprattutto legati alla fertilità delle donne.