Lo fa con un lungo articolo firmato da Melania Rizzoli, medico chirurgo, noto personaggio politico, dello stesso schieramentio della Brambilla, vice presidente dell'Associazione Italiana contro le Leucemie-Linfomi e Mieloma. "Per stare bene davvero - spiega la Rizzoli - basterebbe mangiare un po’ di tutto, e per dimagrire bisognerebbe assumere cibo in quantità inferiore alle calorie che si consumano quotidianamente, senza drastiche esclusioni".
"L’ uomo è un animale onnivoro - ribadisce - e nella storia dell’ evoluzione umana alcune isolate specie che si nutrivano solo di vegetali, come i parantropi, si sono tutte estinte." "Le manie più diffuse e le tendenze più radicali, infatti, nell’ ultimo decennio hanno contribuito a demonizzare, per esempio, il consumo di carne, pesce, latte, uova e glutine, creando un nuovo modo di alimentarsi che rasenta una scelta innaturale, controintuitiva, nutrizionalmente e salutisticamente superflua, quando non addirittura pericolosa", che fra l'altro espone a rischi per il fisico ed a disturbi della riproduzione e della fertilità, può favorire la proliferazione e la crescita di certi tumori, aggravare i rischi cardiovascolari (angina, ictus ed ipertensione), aumentare l'esposizione alle tossine. La scelta di prodotti vegani o sostitutivi proteici - conferma la Rizzoli - "oggi è un atto in controtendenza, poiché la percentuale di vegetariani e vegani convinti è in discesa, essendo passati dall’ 8,1% al 7,6% (-2,5%), e circa 300mila persone, in un solo anno, sono tornate a mangiare la carne in Italia".
Anche l'eliminazione dei carboidrati provoca danni all'organismo, fino a far comparire sintomi molto seri a carico del cervello.
"Seguire le mode dietetiche - conclude la Rizzoli sul piccante bollettino d'informazione del noto blogger Roberto D'Agostino - senza alcuna cognizione scientifica, può quindi provocare molti problemi al nostro metabolismo, il quale è in grado di compensare le carenze alimentari e le privazioni di sostanze indispensabili anche per lunghi periodi, ma fino ad un certo punto, oltre il quale possono insorgere conseguenze anche gravi."