Qualcuno tra gli animalisti già protesta per un ordine del giorno approvato alla Commissione Ambiente durante la seduta del 7 novembre con cui si impegna il Governo, nell'ambito del regime di protezione del lupo, a considerare anche l'abbattimento di alcuni esemplari.
In sostanza si chiede di "valutare la possibilità di adottare decisioni che tengano conto di dati più aggiornati relativi alla sua presenza, che si basino sull'incremento numerico della specie e della sua capacità di diffondersi nell'arco alpino, considerato che la documentazione che sta alla base della decisione della Commissione, rappresenta un quadro ormai troppo lontano dalla situazione attuale.
"Circa un terzo dei duemila lupi in Italia - si legge nel testo - sono il risultato di un incrocio con i cani. Questo è causato, da un lato, dalle affinità genetiche tra le due specie e, dall'altro, dal numero crescente di lupi, che hanno allargato il loro spazio vitale. Gli ibridi andrebbero rimossi in quanto assumono spesso i comportamenti dei cani e sono quindi una minaccia per gli agricoltori e le persone in generale". Per queste ragioni secondo i firmatari dell'Odg, Panizza, Berger, Orellana, occorre rivedere lo status di protezione assoluta per i lupi garantita dalla direttiva europea Habitat attraverso prelievi mirati, soprattutto nelle zone fortemente antropizzate, per difendere l'agricoltura di montagna e gli allevamenti, sempre più colpiti dagli attacchi, visto che il lupo non è più a rischio di estinzione e cresce con una media del 30 per cento all'anno".