La nuova legge sui parchi è ferma da giugno. A rallentare l'iter sarebbe il divieto di effettuare nuove estrazioni di idrocarburi all’interno delle aree protette. Federparchi ha diramato una nota in cui comunica di aver inviato un appello (158 i firmatari) al presidente Gentiloni ma anche al ministro dell'ambiente Gian Luca Galletti e ai colleghi Andrea Orlando (giustizia), Maurizio Martina (politiche agricole e forestali), Carlo Calenda (sviluppo economico) e Graziano Delrio (infrastrutture e trasporti), col quale si richiede l'approvazione in tempi rapidi della nuova legge sui parchi e le aree protette. Il testo, che si è arenato nel giugno scorso dopo l'approvazione da parte della Camera, per essere licenziato ha bisogno dell'ok definitivo del Senato.
"Purtroppo tutto tace e la legislatura sta per giungere al termine. Dispiace constatare che rischia di essere affossato il frutto di un lungo lavoro unitario, sfociato in una sintesi felice tra tante opinioni» commenta il presidente di Federparchi, Giampiero Sammuri. Un silenzio durato mesi e che ha messo in allarme i gestori dei parchi e molte amministrazioni dei territori coinvolti. Non è un caso che a firmare l'appello - oltre a presidenti, vicepresidenti e commissari di parco - ci siano tra gli altri anche più di ottanta sindaci".
Sul fronte faunistico la riforma, se da un lato mira a superare i contenziosi dulle operazioni di abbattimento, dall'altra contiene alcune novità che sembra penalizzerebbero i cacciatori. Parliamo di ulteriori sottrazioni di territorio cacciabile, non solo quello delle aree contigue che sarebbero gestite direttamente dai Parchi. Al riguardo è intervenuta la CCT toscana: