Le Regioni non si sono trovate d'accordo nemmeno sulla possibilità di attivare i prelievi mirati tra due anni. E' questa la ragione del rinvio del Piano ministeriale sul Lupo, che le Regioni avrebbero dovuto approvare e passare alla Conferenza Stato Regioni.
A margine dei lavori della Conferenza delle Regioni, ieri a Roma il presidente della Liguria, Giovanni Toti, ha commentato l'accaduto. "Ci sono pareri discordanti - ha spiegato Toti -. C'è chi è più penalizzato, come le regioni agricole del nord, e chi invece recepisce le istanze degli ambientalisti". "C'è ancora un po' di lavoro da fare", ha concluso il governatore ligure. Il nodo sono sempre gli abbattimenti controllati: Toscana, Province di Trento e Bolzano, Veneto e Valle d'Aosta vogliono tenere aperta questa possibilità, le altre Regioni sono contrarie a permettere la caccia al lupo.
Bonaccini, non c'è accordo, serve approfondimento. "Non c'è un accordo tra le Regioni, è necessario un ulteriore approfondimento, per questo incontreremo le associazioni nei prossimi giorni". Lo ha detto il Presidente della Conferenza delle Regioni, Stefano Bonaccini.
Il Piano rinviava di due anni la possibilità di abbattere una piccola percentuale di lupi pericolosi per gli allevamenti, previo monitoraggio della popolazione, con uno stanziamento di 1,5 milioni di euro fino al 2020. Ma il documento del Ministero dell'Ambiente, elaborato da Ispra e una settantina di esperti, prevede anche altre azioni: monitoraggio della popolazione, campagne di informazione sui sistemi di prevenzione naturali (cani pastori, rifugi, recinti elettrificati), gestione dei pascoli, lotta agli incroci con i cani, rimborsi più rapidi.