Legambiente protesta per l'ipotesi avanzata dalla Regione Toscana di inserire anche l'Isola d'Elba tra le aree vocate al cinghiale. "La Regione Toscana - scrive Legambiente - ha avviato la consultazione sulla verifica di assoggettabilità alla Valutazione ambientale strategica (VAS) della “Revisione aree vocate alla specie cinghiale. Stralcio anticipatorio al Piano Faunistico Venatorio Regionale”, dalla cartografia allegata risulta che l’Isola d’Elba, forse il territorio toscano dove i cinghiali negli ultimi decenni hanno prodotto più danni alla biodiversità e all’agricoltura, sarebbe vocata per i cinghiali e quindi si dovrebbe continuare – fuori dal Parco Nazionale – peggio di come si sta già facendo adesso". Forse per assurdo semmai dovrebbe essere il contrario, aggiungiamo noi, ovvero abbattere i cinghiali all'interno delle aree protette.
Secondo gli ambientalisti "si tratta di un chiaro cedimento alla sempre più piccola lobby dei cacciatori e a quella nuova dei salsicciai e ci chiediamo cosa ne pensino il Direttivo del Parco Nazionale, Coldiretti, gli agricoltori elbani, le forze politiche e i moltissimi cittadini esposti a continui disagi e danni e anche quei sindaci (pochi) che da anni dicono – dati e danni alla mano – che l’Elba non è per niente vocata per i cinghiali. E speriamo che si facciano sentire in Regione per chiedere finalmente un’assunzione di responsabilità".
Per questo Legambiente Arcipelago Toscano ha scritto a Regione, Parco Nazionale, Comuni, Ministero dell’ambiente per chiedere che finalmente sui cinghiali si cambi rotta e che dalle lamentazioni e dalle promesse si passi ai fatti per salvaguardare biodiversità e agricoltura di qualità.