Soldi pubblici e provenienti da donazioni finiti non si sa dove. Sottratti dalle casse delle varie sezioni da chi avrebbe dovuto gestirli. Da anni l'Enpa, associazione animalista tra le più attive in Italia, si trova a dover gestire irregolarità nei propri conti. A partire dall'ex presidente, Paolo Manzi, condannato per appropriazione indebita nel 2010 per essersi intascato 115mila euro dell'associazione. Proseguendo poi con l'allora tesoriere, Piermario Villa, ex esponente dei Verdi ed ex assessore al Traffico del Comune di Genova, rimasto nel consiglio di amministrazione fino a poco fa, come anche Manzi, attualmente imputato per aver sottratto una somma che si aggira sul milione di euro.
Le vicende che hanno coinvolto i vertici dell'Enpa hanno aperto il vaso di Pandora, portando ad una serie di eventi (commissariamenti delle varie sedi e dimissioni), che lasciano sconcertati. Le irregolarità sono molte e continuano ancora oggi. A partire dalla sede di Bologna, dove sono emerse spese non documentate, fatture pagate più volte, soldi scomparsi.
Di queste nuove situazioni e del motivo per cui gli accusati di frode e furto non siano stati allontanati dall'associazione, ha chiesto conto Edoardo Stoppa all'attuale presidente dell'Enpa, Carla Rocchi. In una lunga intervista la Rocchi risponde alle accuse, sostanzialmente facendo presente che la nuova dirigenza sta cercando di mettere ordine ed è parte lesa nei processi aperti.
Edoardo Stoppa nel servizio andato in onda incontra Francesco Faragò, socio Enpa che ha argomentato le diverse irregolarità all’interno di numerose sezioni dell’ente. Problemi che riguardano oltre il 40% delle sezioni che sono state commissariate. "Siamo a conoscenza di tutte le criticità e abbiamo già fatto le segnalazioni a chi di dovere", ha risposto il presidente nazionale dell’Enpa, Carla Rocchi.
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