Ogni volta che gli animalisti contestano i piani di eradicazione e di contenimento della nutria, che, ricordiamolo, non gode più di alcuna tutela di legge in quanto specie invasiva estremamente dannosa per l'ambiente, lo fanno richiamando l'attenzione sui metodi incruenti. Ovvero sterilizzazioni chirurgiche o chimiche, che, secondo i difensori degli animali, dovrebbero sempre e comunque essere la prima delle opzioni da considerare.
Solitamente è cosa scartata a priori da amministrazioni, Asl e istituti scientifici per la comprovata inefficacia di fronte a costi esageratamente alti per la pubblica amministrazione. Periodicamente però qualche assessore ci casca e attiva qua e là progetti finanziati dal solito ignaro cittadino tartassato.
In questi giorni di proteste animaliste per le operazioni di abbattimento a Riccione, gli animalisti, dimenticando completamente la definizione della legge 157/92, invocano ancora le sterilizzazioni, portando un esempio in particolare: il Piano attivato lo scorso anno dal Comune di Perugia, con il benestare di Ispra e Regione in una piccola zona verde e nel laghetto di Pian di Massiano.
Ovviamente il piano è stato proposto dagli animalisti, (dall'Ente Protezione Animali, Enpa) e prevede la cattura e la sterilizzazione chirurgica delle nutrie direttamente nel parco. Alle nutrie viene anche applicato un microchip per monitorare il loro comportamento, vengono avvicinate pian piano con il cibo e catturate con estrema gentilezza. Dopo l'operazione sono reinserite nel loro habitat, o per meglio dire, nell'habitat di altre specie autoctone. Il progetto è coordinato dalla Regione, che ha provveduto a individuare e incaricare gli addetti alle operazioni. Il che lascia pensare che al solito a pagare siano le amministrazioni e non l'associazione che ha proposto una simile assurdità.
Se optare per l'approccio gentile sicuramente piace all'opinione pubblica, è doveroso ricordare che le evidenze scientifiche non sono mai arrivate. Anzi, lo stesso Ispra alcuni anni fa di fronte ad un progetto analogo approvato dal comune di Buccinasco (MI), aveva posto in evidenza un rapporto costi-benefici del tutto sfavorevole. Ispra dava anche delle indicazioni generali, affermando che “tutto ciò può essere fatto in ambito puramente sperimentale ma appare completamente irrealistico quando collocato nel contesto delle reali disponibilità economiche ed operative su cui possono contare le Pubbliche Amministrazioni Italiane."
Dunque chi paga? Perchè è ovvio che solo gli animalisti, con i loro introiti milionari, possano e debbano accollarsi l'intero costo delle sterilizzazioni, senza far pesare i loro capricci sulle già esigue casse comunali.
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