Come tutte le mode, anche quella dell'alimentazione vegana sta cedendo il posto a regimi e filosofie alimentari più equilibrati. Cala il numero dei vegani (rapporto Eurispes), in parte convertiti a scelte meno estremiste, complice forse la manifesta pericolosità di diete fai da te non sottoposte al parere di un medico (vedi gravi casi di denutrizione in bambini molto piccoli).
Probabilmente, insieme alla riscoperta dei valori della tradizione, sono infatti in crescita il consumo di prodotti biologici e di carni di qualità, ci si sta sempre più rendendo conto che dietro al rifiuto di tutti i prodotti di origine animale, c'è spesso un estremismo ideologico che può sfociare in comportamenti violenti. Due fatti di cronaca di questi giorni lo confermano.
Da Modena la causa tra madre e figlia, dovuta proprio alle convinzioni vegane di quest'ultima, che pare abbia manifestato alla mamma l'intenzione di piantarle un coltello nella pancia solo perché si ostinava a continuare a preparare il ragù, che, come tutti sappiamo è qualcosa di irrinunciabile per la cucina italiana, specie per quella tradizionale emiliana.
Dall'America arriva una storia ancora più inquietante. Una youtuber vegana, convinta che la piattaforma la stesse boicottando per le sue idee, ha aperto il fuoco di fronte alla sede di Youtube in California, ferendo tre persone, prima di suicidarsi. Era ossessionata dall'idea che Youtube avesse deliberatamente impedito il successo dei suoi video sui suoi canali. Video che, per la cronaca, parlavano di diritti degli animali e, appunto, di veganismo.
Ovviamente in entrambi i casi si tratta di persone squilibrate, capaci perfino di uccidere (o di minacciare di farlo) per le loro convinzioni, ma è indubbio che troppo spesso chi pratica questo tipo di scelta tollera mal volentieri chi non la pensa come loro. E il passo verso la violenza, quando si odia gli altri, si sa, è breve.