Storica decisione dall'Europa, dopo decenni di battaglie contro i veleni in agricoltura. Accogliendo una proposta della Commissione Ue, basata sul parere scientifico dell'Efsa, i paesi membri hanno votato a favore del divieto dell'uso in agricoltura dei tre pesticidi più diffusi che stanno portando alla scomparsa delle api e di altri importanti insetti impollinatori.
Nelle colture all'aperto non potranno essere utilizzati i neonicotinoidi lothianidin, imidacloprid e thiamethoxam. Il regolamento dovrà essere adottato dalla Commissione Europea nelle prossime settimane e sarà applicabile entro fine anno. Il collegio dei commissari ne aveva già discusso il 29 marzo e il presidente Jean-Claude Juncker aveva chiarito che si trattava di un tema prioritario. Le restrizioni concordate oggi vanno al di là delle misure già in vigore dal 2013. Verranno vietati tutti gli usi all''aperto delle tre sostanze, il cui utilizzo sarà permesso solo nelle serre permanenti, dove non è prevista l''esposizione alle api.
Il commissario europeo alla Salute Vytenis Andriukaitis, ha ricordato l'importanza della salute delle api, "dato che riguarda la biodiversità, la produzione alimentare e l’ambiente“.
Soddisfatto Carlo Petrini, presidente di Slow Food, "Oggi gli Stati membri dell’Unione europea si sono messi dal lato giusto della storia. Si tratta di una vittoria importante non solo per le api ma per l’intera società. Questo voto è un chiaro messaggio indirizzato alla politica e all’intero sistema agricolo industriale: la nostra salute e quella del pianeta prevarranno sugli interessi finanziari delle multinazionali. Siamo di fronte a un passo fondamentale verso un’agricoltura buona, pulita e giusta".
Forte apprezzamento da parte di Paolo De Castro, vicepresidente della Commissione agricoltura del Parlamento europeo, per il voto espresso dall'Italia nel Comitato fitosanitario dell'Ue, insieme ad altri 15 Partner, a favore della proposta del divieto. "Da tempo il Parlamento europeo chiede agli Stati membri di fare squadra - commenta De Castro - per salvaguardare i nostri preziosi impollinatori che permettono la sopravvivenza del 75% della produzione alimentare in Europa, mentre negli ultimi anni le loro colonie sono diminuite fino al 50%".