E' morto all'età di 86 anni Ermanno Olmi. Il regista del capolavoro cinematografico L'albero degli zoccoli (Palma d'Oro a Cannes), un lungo affresco della vita contadina di un tempo che fu, elogio alle cose semplici e al vivere in simbiosi con la natura, ci ha lasciato in eredità un gran numero di opere di indubbio valore.
Come gli ultimi documentari, Rupi del vino e Terramadre, 2009, in cui ha cercato di trasmettere l'importanza di recuperare un rapporto sostenibile con l'agricoltura. Da molto tempo viveva ad Asiago, in in una casa nel bosco, accanto a quella di Rigoni Stern, di cui era molto amico e col quale condivideva la filosofia di vita.
"Il mio incontro con Mario ha cambiato la mia vita - raccontò Olmi in un'intervista -. All'epoca avevo 28 anni, dovevo realizzare il film de Il sergente nella neve, e il dialogo fra lui e me iniziò per questo motivo. Fu allora che vidi per la prima volta questi paesaggi ondulati, per certi aspetti simili alla steppa russa. Venendo in Altopiano capii che erano luoghi che facevano parte del mio futuro". Il film poi non venne realizzato, ma l'amicizia con lo scrittore rimase e crebbe fino a rappresentare una svolta per la vita.
"In quei giorni rimasi affascinato da questo posto. Camminavo qui sotto con Mario – ricorda Olmi indicando i prati – e gli dissi “se faccio famiglia, la casa di famiglia la costruisco qua”. E buttai un sasso a poca distanza, qua dove abito. Mario, dopo una quindicina di passi, prese un sasso e lo buttò a terra anche lui: “Vegno qua anca mi”, dichiarò, “in piazza c'è troppa confusione”