Le Province di Trento e Bolzano hanno deciso di procedere con urgenza all'approvazione di un disegno di legge per poter abbattere i lupi ritenuti problematici. Sull'arco alpino il lupo si sta espandendo ad un ritmo mai visto prima, arrivando a colonizzare anche aree mai frequentate.
L'iniziativa delle due Province, che godono una particolare forma di autonomia, mira a colmare un vuoto totale dello Stato, incapace di prendere posizione a causa la strenua opposizione di associazioni ambientaliste. Il risultato è il caos. Nessuna Regione o provincia che sia è messa in condizione di rispondere al problema. E la stessa Direttiva Habitat non tiene conto delle mutate condizioni, in primis della diffusione rapida ed esponenziale che i grandi carnivori hanno avuto negli ultimi venticinque anni. E comunque, viene fatto notare sul quotidiano l'Adige, tutela la specie, ma non i singoli individui, in particolare se generano conflitti con le attività umane o mettono a rischio la vita dell'uomo. Lo dimostra il fatto che la Francia, Paese europeo, prevede l'abbattimento dei lupi, divenuti ormai un pericolo, dal Delfinato alla Savoia. Per non parlare della Svizzera dove l'uccisione è autorizzata in casi di pericolosità o danneggiamenti all'uomo.
Il pericolo è anche nei confronti dell'uomo. "Studi storici sempre più precisi e accurati - si legge sul quotidiano trentino - evidenziano decine e decine di casi di antropofagia dei lupi (specie fanciulli e fanciulle che svolgevano il mestiere di pastori) in Italia fino alla fine dell'800. La documentata ricerca di Cagnolaro, Comincini, Martinoli, Oriani per conto della Società Italiana di Scienze naturali dimostra le uccisioni ripetute di abitanti della montagna da parte dei grandi carnivori. Questo spiega perché, nell'immaginario popolare, la paura atavica del lupo resta fortissima in chi vive in montagna".