In Italia si deve parlare di movimenti animalisti, al plurale. Già perché secondo l'analisi sociologica di Niccolò Bertuzzi, assegnista di ricerca alla Scuola Normale Superiore di Pisa, le diverse organizzazioni, per lo più piccole realtà territoriali, vanno in direzioni diverse, spesso litigandosi il ruolo di portabandiera.
Il movimento sconta una mancanza di coordinamento e grandi divisioni tra militanti di diverse associazioni. Personalismi e scontri personali sono piuttosto frequenti, come per altro abbiamo avuto modo di testimoniare anche su questo portale.
Nel libro “Movimenti animalisti in Italia”, edito da Meltemi, Bertuzzi ha anche tracciato l'identikit dell'animalista italiano tipo: donne soprattutto, età media 40 anni, titoli di studio medio-alti, spesso vegani e residenti per lo più nelle aree urbane.
“La mia analisi è stata non militante, solo empirica, non sono partito da una mia visione, anche se, credo davvero che il dibattito sulla questione animale sarà uno dei più interessanti e importanti dei prossimi anni, sarà centrale”.