Ricostruzione del possibile aspetto esterno di Sus strozzii (a sinistra) e della specie arcaica Sus arvernensis (a destra), nella quale sono state enfatizzate le ipotetiche somiglianze morfologiche con gli attuali “suini verrucosi” del Sud-Est Asiatico. Disegno di Leonardo Sorbelli. Fonte: Quaternary Science Reviews.
Il ritrovamento di una mandibola di cinghiale, risalente a 2 milioni di anni fa, nella zona umbra di Pantalla, ha dato agli studiosi informazioni utili sull'antenato del moderno suide. La mandibola, di grandi dimensioni, apparteneva ad un Sus strozzii, più grande dei cinghiali di oggi, ma dalle caratteristiche molto simili. Lunga circa 35 cm, è appartenuta a un grosso maschio, tra i più grandi mai segnalati in Eurasia non solo per Sus strozzii, ma per tutte le altre specie del genere Sus.
A studiare la struttura un team di scienziati, capitanato da Marco Cherin del Dipartimento di Fisica e Geologia dell’Università degli Studi di Perugia, insieme a ricercatori delle Università di Torino, Sapienza di Roma, Glasgow e Bordeaux. Grazie all'uso di indagini tomografiche e ricostruzioni virtuali tridimensionali, è stato possibile confermare che la separazione tra le forme africane (che oggi comprendono ilochero, facocero e potamocero) e quelle eurasiatiche (il genere Sus) è avvenuta precocemente nel corso della storia evolutiva dei Suinae, forse più di 10 milioni di anni fa.
Nell’ambito del gruppo eurasiatico, la specie più primitiva è risultata essere proprio il cinghiale, che si è presumibilmente originata in Asia e si è diffusa verso l’Europa solo in tempi relativamente recenti.