A seguito dell'appello della Lav al Ministro Costa per salvare i mufloni dell'Elba, che il Parco dell'Arcipelago Toscano ha deciso di eradicare, risponde il Presidente del Parco Giampiero Sammuri.
“Mi fa piacere che la LAV coinvolga il Ministro dell’Ambiente Costa per due motivi, – Il Ministro è persona seria e competente, che conosce le norme sulla biodiversità e sulla fauna in particolare. Inoltre in tutte le uscite che ha fatto dall’inizio del suo mandato ogni volta che sono venute alla ribalta questioni che riguardavano la fauna, come ad esempio le problematiche relative all’orso ed al lupo, ha sempre affermato che si sarebbe rivolto all’ISPRA per pareri di carattere tecnico. È un atteggiamento di grande serietà in un periodo in cui la scienza sembra perdere colpi. L’ISPRA sull’eradicazione dei mufloni all’Elba ha dato parere favorevole e senza questo autorevole condivisione non ci saremo neanche sognati di iniziare il progetto di eradicazione”.
"La decisione di eradicare il Muflone all’isola d’Elba non è stata presa per i danni che fa all’agricoltura, ma perché si tratta di specie aliena cioè una specie introdotta dall’uomo intenzionalmente o accidentalmente al di fuori del suo naturale areale distributivo, presente o passato. Le specie aliene sono la seconda causa di perdita di biodiversità nel mondo, dopo la distruzione dell’habitat. L’eradicazione di una specie aliena è indicata da direttive e norme internazionali per la salvaguardia della biodiversità e alle quali ogni stato membro dell’Unione europea e in particolare un parco nazionale si deve attenere. Essa viene consigliata soprattutto nelle isole, dove le specie aliene invasive fanno i danni più grandi alla fauna e flora autoctone".
"Il muflone - spiega Sammuri - non fa parte della fauna delle piccole isole del Mediterraneo e distrugge gli habitat delle altre specie, che rischiano l’estinzione. Varie specie di uccelli, i fiori e gli insetti ad essi legati, i boschi che, tra qualche anno, se questi animali dovessero proliferare, non ci saranno più".
Quanto all'abbattimento, l'Ente ha preso in considerazione "metodi non letali" ma sono poco efficaci, spiega Sammuri. "Anche l’Unione europea ha previsto l’uso di entrambi i metodi, letali e non letali, e ribadisce che la possibilità di attivare misure che evitino inutili sofferenze alle specie target non debba compromettere l’efficacia dell’obiettivo di gestione. La sperimentazione di metodi di sterilizzazione ad esempio, al momento non ha garantito risultati efficaci, ovvero specie-specifici e duraturi nel tempo".