Oltre alla previsione dell'obbligo di un menù alternativo vegano in tutte le mense pubbliche, comprese quelle scolastiche, il ddl presentato dalla senatrice Pd Monica Cirinnà sulla tutela della scelta alimentare vegana, prevede anche l'obiezione di coscienza per gli studenti degli istituti alberghieri.
Si tratta di un'opzione che l'esponente animalista ritiene sacrosanta per i giovani studenti di fede vegana. Il ddl prevede dunque una vera e propria obiezione di coscienza (a pari di quella esercitata dagli antiabortisti negli ospedali) per coloro che si sentono offesi dall'uso di carne e derivati animali e non intendono assistere a lezioni in cui per esempio si utilizzano uova e burro.
Si legge nel ddl: "Gli studenti che, per obbedienza alla coscienza, nell'esercizio del diritto alle libertà di pensiero, coscienza e religione riconosciute dalla Dichiarazione universale dei diritti umani, firmata a Parigi il 10 dicembre 1948, dalla Convenzione per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali, firmata a Roma il 4 novembre 1950, ratificata e resa esecutiva ai sensi della legge 4 agosto 1955, n. 848, e dal Patto internazionale relativo ai diritti civili e politici, adottato a New York il 19 dicembre 1966, ratificato e reso esecutivo ai sensi della legge 25 ottobre 1977, n. 881, si oppongono alla violenza su tutti gli esseri viventi, possono dichiarare la propria obiezione di coscienza a frequentare le lezioni didattiche pratiche riguardanti alimenti di origine animale".