A Roma si torna a discutere del problema cinghiali, tutt'altro che risolto nonostante i problemi evidenti per la pubblica incolumità. E' di pochi giorni fa la notizia del ferimento di un uomo, aggredito da mamma cinghiala a spasso nel quartiere Spinaceto con i suoi cinghialotti. Qualcosa di inaudito, soprattutto se si pensa che si sta parlando della capitale e di una delle più importanti città per il turismo in Italia e in Europa. Le segnalazioni di branchetti di cinghiali avvistati, soprattutto vicino ai cassonetti, nelle zone periferiche della città sono all'ordine del giorno e anche se qualcuno ci scherza su ormai, in realtà la questione è molto seria. I cittadini sono terrorizzati e i comitati di quartiere sono sul piede di guerra con le istituzioni.
Se ne è parlato anche oggi a Radio Radio, con la partecipazione via telefono di Andrea Severi, giornalista e cacciatore che conosciamo già su queste pagine. Ha partecipato al dibattito in veste di selecontrollore, essendo uno di quei 60 cacciatori abilitati dalla Regione Lazio al controllo numerico della specie cinghiale. E' intervenuto in particolare sfatando il mito dell'incertezza sulle competenze. Chi dovrebbe agire infatti è il Comune di Roma. “La Regione – ricorda Severi in radio – ha fatto tutto ciò che poteva, sia da un punto di vista legislativo che pratico, abilitando i cacciatori per esempio”. Ora, per arrivare agli abbattimenti o alle cattura ed evitare dunque ulteriori incidenti, ci vuole un'ordinanza comunale a tutela della Pubblica Sicurezza.
Il continuo rimpallo tra i due enti, di cui si parla sui giornali, è in realtà un maldestro tentativo di passarsi la patata bollente. Perchè? Perchè si tratta di uccidere degli animali e di imporsi su una certa sensibilità salottiera, a cui spesso l'amministrazione Raggi, ma talvolta anche quella regionale, ha strizzato l'occhio.
Per fortuna qualcosa finalmente sembra muoversi. Stando alle indiscrezioni trapelate dal Comune di Roma sembra sia stato redatto un protocollo d’intesa tra il Campidoglio e la Regione Lazio, che dovrebbe essere sottoscritto nei prossimi giorni dalla sindaca Virginia Raggi e dal presidente Nicola Zingaretti e che prevede l'utilizzo di metodi “incruenti”, ovvero le catture, che prevedono successivi rilasci in un'azienda faunistico venatoria (dalla padella alla brace, poveri cinghiali). Il piano coinvolgerà i Carabinieri forestali, la Protezione civile e la Prefettura di Roma. Ma la cosa non avrà certo tempi brevi. Pare sia necessario produrre un censimento preciso di tutti i cinghiali presenti a Roma per poter coordinare l'azione di cattura.