Un emendamento approvato un Regione in sede di discussione di bilancio potrebbe portare ad una modifica della legge regionale che regola l'assetto delle Aree naturali protette. "Il provvedimento - si legge sul Fatto Quotidiano - va a modificare l’articolo 26, comma 4, della legge regionale 29/1997 sul piano di assetto delle aree naturali protette, dettando i tempi a Giunta, commissione e consiglio, che hanno rispettivamente, tre, tre e quattro mesi “decorsi i quali il piano si intende approvato”.
“Trascorsi tre mesi dall’assegnazione della proposta di piano alla commissione consiliare competente – si legge nell’emendamento approvato – la proposta è iscritta all’ordine del giorno dell’Aula […] Il Consiglio regionale si esprime entro i successivi centoventi giorni, decorsi i quali il piano s’intende approvato”.
Il che significa che si potrebbe arrivare a progetti di edificazione, quindi tonnellate di cemento nelle aree protette, senza nemmeno una discussione del Consiglio Regionale. C'è anche qualche esempio concreto. Il piano di riassetto della Tenuta regionale dell'Acquafredda prevede l'edificazione su 60 ettari di proprietà dell’Amministrazione Patrimonio Sede Apostolica di circa 180.000 metri cubi “a scopo socio-sanitario” per la “valorizzazione di terreni di proprietà dell’ente ecclesiastico”.