Sono un migliaio i lupi che popolano la Toscana. Il che significa circa 500 attacchi ogni anno significano e 1 milione di euro di indennizzi dalla Regione. Sulla base di questi dati l'Assessore Remaschi ha inviato una lettera aperta agli allevatori zootecnici toscani invitandoli a fare fronte comune – Regione, istituzioni locali, organizzazioni professionali agricole – per sfruttare le competenze di ognuno e cercare di far comprendere quanto sia urgente trovare una soluzione al problema. “Prendo spunto da un avvenimento accaduto alcune settimane fa, in occasione di un dibattito al Parlamento Europeo proprio sulla questione grandi predatori in molte nazioni. Durante la discussione - scrive Remaschi - si è resa evidente la grande diversità di visione del problema a seconda del punto da cui lo si osserva: da una parte la relazione della Commissione europea che, valutando in modo asettico i dati dal punto di vista economico, aveva derubricato il problema ad un semplice danno collaterale di un fenomeno altrimenti positivo come quello della ricolonizzazione del lupo; dall’altra parte i numerosi dossier di diversi consiglieri europei, di varia nazionalità ed estrazione politica, che giustamente evidenziavano come non solo dietro a quei numeri, piccoli dal punto di vista strettamente economico, ci sono migliaia di pecore, capre, vitelli e altri animali sbranati, feriti, straziati, condotti ad aborti, centinaia di allevatori colpiti, intere aree abbandonate all’incuria a seguito delle cessazioni aziendali, ma che essendo la presenza di lupi in espansione continua, senza una politica gestionale immediata, certamente se ne perderà del tutto il controllo nel futuro prossimo".
Agli allevatori Remaschi chiede dunque di "fare fronte comune al fianco delle istituzioni locali, della Regione e delle organizzazioni professionali agricole per cercare di rappresentare una unica voce, senza cedere al protagonismo di alcuni, che seppur in buona fede, rischiano di essere strumentalizzati da chi non ha interesse alla soluzione reale del problema, ma solo a cavalcare l’onda della protesta per qualche titolo di giornale o interessi personali rendendo questa nostra battaglia meno credibile: solo con questa unione di intenti, sfruttando le competenze di ognuno possiamo sperare di far comprendere quanto urgente sia trovare una soluzione".