Della serie che s'ha da fa pe' campà! Se l'ex Ministro del Turismo ha dovuto lasciare la guida della sua azienda che importava pesce dal nord Europa da vendere nei supermercati di mezza Italia, per un palese conflitto con le sue attività animaliste, certo non può passare sotto silenzio la vicenda, seppur provinciale, dei due dirigenti Enpa titolari di una pescheria vicino a Padova (tra l'altro di recente immortalati proprio a fianco della Brambilla in una manifestazione del Movimento Animalista).
A parlarne, dopo le denunce di alcuni animalisti, è oggi il quotidiano La Repubblica, riferendo delle polemiche interne al mondo animalista padovano. Luigi Cusin e Alessia Bastianello hanno un negozio, una pescheria appunto, nel centro storico della città di Sant'Antonio, vicino a Padova. I due, animalisti convinti (pesce a parte) non sono semplici iscritti dell'Enpa ma hanno incarichi di responsabilità nell'associazione: Cusin è addirittura Presidente e Bastianello ne è la tesoriera.
Nell'articolo di Repubblica si fa presente che c'è chi sostiene che in realtà l'Enpa di Padova sia commissariata e loro non abbiano alcun incarico attivo, ma su questo non ci sono conferme ufficiali, anche perché i due stanno continuando ad organizzare eventi per conto dell'associazione. Lo statuto invece non lo permetterebbe. Secondo le regole dell'associazione vanno espulsi tutti quei soci che abbiano attività che si pongono in conflitto con le finalita' della stessa.
Cusin in questi mesi si è difeso prima sostenendo che non fosse proprietario della pescheria e poi affermando che non esisteva alcuna incompatibilità con l'attività. “In 35 anni di attivismo – ha dichiarato Cusin sottolineando tra l'altro di non essere mai stato vegetariano – ho salvato centinaia di animali”. Peccato per quelli finiti sul banco della sua pescheria, che però d'altra parte sono solo pesci. Un peccato veniale che del resto anche alla signora Brambilla è stato perdonato.