Fallisce il tentativo attribuito all'ex Ministro all'Ambiente Alfonso Pecoraro Scanio, ex Verdi ed ex Radicali oggi convertito al Movimento 5 Stelle, di aprire un dialogo con i Verdi. Il Congresso Nazionale dei Verdi ha infatti bocciato la mozione, sostenuta appunto da Pecoraro Scanio, che mirava ad una collaborazione politica tra i due movimenti.
Una mossa vista con sospetto dai vertici dei Verdi, il cui peso elettorale per verità è ormai ai minimi storici. “Chi pensava di usarci come foglia di fico per rifarsi una verginità ha fatto male i conti” dichiara su Repubblica Elena Grandi, co portavoce dei Verdi. Il riferimento è alla delusione delle aspettative ambientaliste. Il Movimento, secondo la referente dei Verdi, di ambientalista non ha più nulla dopo il condono per Ischia e la legge che ha alzato i limiti dello sversamento dei fanghi tossici in agricoltura. Porte chiuse in faccia al Movimento 5 Stelle dunque. “Noi vogliamo costruire un percorso autonomo” dicono i Verdi, che anzi cavalcheranno gli insuccessi dei Cinque Stelle per racimolare voti.
Dal canto suo Pecoraro Scanio cerca di smascarsi dall'operazione. “Ritenere che Costa sia il miglior ministro dell'Ambiente degli ultimi dieci anni non può essere una colpa” dichiara a La Repubblica. Un'affinità che dura da parecchio tempo. Del resto Sergio Costa, generale della Forestale, ha lavorato a lungo nello staff di Pecoraro Scanio quando era lui a capo del Dicastero. Tra l'altro in quell'ufficio c'era anche Fulvio Mamone Capria, Presidente della Lipu, oggi capo della Segreteria del Ministro Costa.