Pastori sardi all'esasperazione stanno gettando migliaia di litri di latte per protesta. Denunciano l’atteggiamento irresponsabile degli industriali che pagano il latte ovino ai pastori un prezzo iniquo che non copre nemmeno i costi di produzione. Riuniti da Coldiretti, sono arrivati davanti a Piazza Montecitorio a Roma.
Dopo il crollo dei prezzi del latte i pastori chiedono di procedere immediatamente al commissariamento del Consorzio di tutela del Pecorino Romano Dop, responsabile con le sue scelte del crollo del mercato che ha messo in ginocchio gli allevatori.
“Attendiamo che l’associazione industriali proponga a tutti i pastori della Sardegna il prezzo del latte che non ha voluto né trattare né modificare in questi mesi rimanendo sordo e indifferente alle proposte avanzate” ha denunciato il presidente di Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare che “merita una risposta chi si sveglia alle 5 del mattino tutti i giorni per mungere e ottenere da ogni pecora circa un litro di latte al giorno che viene pagato con una elemosina che non copre neanche i costi di allevamento”.
L’analisi dell’Ismea evidenzia come i prezzi riconosciuti ai pastori a gennaio 2019 sono stati pari a 56 centesimi di euro (Iva esclusa) rispetto a costi variabili di produzione saliti a 0,70 centesimi (Iva esclusa).
In gioco c’è il futuro di migliaia di famiglie, di un settore economico strategico per il Made in italy e per l’intera Sardegna dove il 70% del territorio è destinato al pascolo dal quale gli animali traggono alimento ma secondo la Coldiretti negli ultimi dieci anni in Italia è scomparso un milione di pecore per colpa di scelte industriali irresponsabili.
Il premier Conte ha incontrato gli allevatori annunciando un tavolo, con il ministro dell'Agricoltura Centinaio per affrontare il problema e arrivare ad una soluzione.