A Biella si è scatenato un caso mediatico dopo che gli uffici della Provincia hanno deciso di affidare a un'azienda di salami cinque piccoli di cinghiale, prelevati vivi dal cortile di un'abitazione nel comune di Boglio, dopo che la madre è stata abbattuta da una guardia venatoria, a seguito del'intervento dei Carabinieri, perchè giudicata pericolosa per la pubblica incolumità.
Era stata la padrona di casa ad allarmare i Carabinieri, temendo che la cinghialessa potesse costituire un pericolo, dato che si trovava nel suo cortile con i cinghialetti appena nati. Il fatto che i cinghialini siano stati affidati ad una ditta che alleva cinghiali a fini alimentari, ha mandato su tutte le furie gli animalisti della zona, che hanno subito inscenato una battaglia per salvare gli animali e affidarli ad un ente che possa prendersene cura e magari “reinserirli in natura dopo essere stati sterilizzati”.
“Sapevamo che per questa decisione ci avrebbero attaccato - commenta Giorgio Mosca, dirigente della Provincia di Biella - Ma ci troviamo tra l’incudine e il martello perché i cinghiali sono un problema: provocano incidenti e distruggono i campi e infatti è in atto una politica di contenimento. Ma quando poi ci troviamo a gestire queste emergenze veniamo attaccati perché non salviamo mamma e cuccioli”. Chi ha deciso di affidare i piccoli all’azienda alimentare sostiene che in natura sarebbero morti perché troppo piccoli per sopravvivere senza la mamma. “Con il senno di poi forse anche la madre si sarebbe potuta salvare perché non era così pericolosa, ma in quel momento è stata presa una decisione diversa”, spiegano ancora dalla Provincia.