“Se i bulli invece che con quel pover'uomo se la fossero presa con un cane, ci sarebbe stata la rivolta popolare. E invece tutti zitti, in un silenzio assordante che oggi mi lascia amareggiato”. Sono queste le parole del Prefetto Vittorio Saladino a proposito della terribile vicenda di Manduria, dove un pensionato è stato ucciso dai ripetuti pestaggi subiti da una gang di ragazzini, tutti minorenni, che da tempo avevano preso di mira l'uomo, picchiandolo sistematicamente e riprendendo le scene con i loro telefonini.
Antonio Stano, questo il nome dell'uomo, morto pochi giorni fa, viveva chiuso in casa, vi è rimasto troppo a lungo dopo i pestaggi, solo e impaurito, per paura di essere nuovamente picchiato. Quando è arrivato in ospedale era ormai troppo tardi.
Una storia di solitudine, di abbandono, di violenza inaudita ma soprattutto di indifferenza estrema. Nessuno aveva denunciato, nessuno aveva segnalato la grave situazione del pensionato ai servizi sociali, che pur molti conoscevano. Nemmeno dopo la morte le coscienze dei concittadini dell'uomo si sono risvegliate, tant'è che al suo funerale c'erano poche decine di persone. Di qui la rabbia del Prefetto, che giustamente ha fatto notare come, se si fosse trattato di un cane, o di un altro animaletto indifeso, ci sarebbe stata una sommossa popolare pur di salvare il malcapitato.
Una dichiarazione forte ma non certo campata in aria. Basta pensare ai tanti moti di indignazione per questo o quell'altro animale maltrattato, con tanto di generose donazioni e raccolta firme a sostegno di associazioni che si occupano di accoglierli. Nulla di sbagliato, certo. Ma forse la vita umana vale di meno?