A Trento, come sappiamo, è emerso il problema sicurezza legato alla presenza del lupo. E' stato un vertice della Prefettura a definire la situazione allarmando cittadini e istituzioni. A quella riunione era presente anche il tecnico Ispra Piero Genovesi, che, secondo la stampa trentina, non avrebbe escluso rischi per la pubblica incolumità per la presenza dei branchi in Val di Fassa.
Quelle dichiarazioni però sono ora smentite dallo stesso tecnico, che torna sull'argomento sul Giornaletrentino. "Abbiamo fatto un’attenta analisi di tutti i dati scientifici disponibili a livello italiano, europeo e mondiale e i risultati sono univoci e molto chiari: il lupo è una specie particolarmente poco aggressiva verso l’uomo. Negli ultimi due anni in Italia la stampa italiana ha riportato diversi episodi di presunti attacchi. Sono stati tutti analizzati con attenzione e si sono rivelati sempre falsi, non veritieri, tranne un episodio avvenuto in Piemonte, che comunque si è rivelato solo un “avvertimento”, non un vero attacco. Certo, non bisogna dimenticare che si tratta di un predatore, dunque di un animale con potenziale offensivo importante, e che da questo punto di vista, come capita con qualsiasi altro animale selvatico e non, il rischio zero esiste. Ma va da sé".
Per Genovesi occorre preoccuparsi solo quando ci sono dati su comportamenti di confidenza eccessiva. Per esempio quando ci sono ripetuti episodi di predazione su cani domestici penetrando nei giardini, oppure quando un lupo non fugge quando si trova a meno di 30 metri di distanza, o che addirittura si avvicina.
Riguardo alla Val di Fassa, Genovesi precisa che "dai dati che abbiamo raccolto è una situazione da monitorare, questo anche per permettere l’attivazione tempestiva di misure di dissuasione. Non abbiamo registrato alcuna situazione di rischio reale ma le segnalazioni della presenza del lupo all’interno delle zone abitate sono effettivamente numerose, spesso riconducibili ad animali affetti da rogna. Lo sottolineo perché questo ne spiega anche il comportamento. Sono animali debilitati che tendono a gravare intorno ai paesi alla ricerca di fonti alimentari facili, o più facili". Riguardo alle catture decise per il Trentino, Genovesi fa sapere che si parla di soli 5 esemplari entro il 2023.
Per il tecnico Ispra insomma il lupo non è un problema. "Dove c’è il lupo, c’è predazione, è ovvio. Che sia su selvatico o su domestico fa differenza per noi, non per il lupo. Dal punto di vista del profilo comportamentale della specie, la predazione su domestico non evidenzia alcuna problematicità o anomalia, neppure quando avviene vicinissimo ai paesi. Sono situazioni e comportamenti usuali. Sta a noi far sì che il lupo si orienti più sui selvatici che sui domestici. La prevenzione serve a questo".
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