Due miliardi di dollari di risarcimento ad una coppia, marito e moglie, entrambi malati di cancro a causa dell'utilizzo per oltre trent'anni di un diserbante a base di glifosato della Monsanto, il Roundup.
La cifra è astronomica se si pensa che la multinazionale, acquistata di recente dalla Bayer, è imputata per altre cause simili: 13.400 al momento e che questa sentenza, sfavorevole nei confronti dell'industria chimica agricola, è già la terza dall'inizio dell'anno, e sicuramente costituisce un precedente che farà la storia della prossima giurisprudenza. Mai fino ad ora, comunque, si era giunti a risarcimenti miliardari.
La sentenza viene dalla Corte Superiore di Alameda Country, di Oakland, in California. I giudici hanno imputato alla Bayer Monsanto di non aver avvertito correttamente i propri utenti del rischio di cancro correlato all’uso del diserbante e di aver agito negligentemente.
La multinazionale ha reagito alla sentenza, definendola “eccessiva e ingiustificabile” ed evidenziando il contrasto tra il verdetto e le conclusioni dell’Agenzia di Protezione Ambientale degli Stati Uniti che invece avrebbe certificato l'assenza di rischi di salute pubblica per gli attuali usi registrati del glifosato. Secondo la tesi difensiva i coniugi hanno una lunga storia clinica correlabile con l’insorgere del cancro indipendentemente dall'uso del prodotto. Per questo ricorreranno in appello.
Anche in Europa qualcosa si muove. In Francia, lo scorso mese, la corte d’appello di Lione ha condannato Bayer Monsanto per i danni neurologici a un agricoltore, causati dall’utilizzo prolungato di un pesticida prodotto dall’azienda biochimica. Tutte queste cause si dice potrebbero spingere la multinazionale a cercare un patteggiamento globale, il cui costo complessivo è inimmaginabile: qualcosa come 5 mila miliardi di dollari.
La speranza è che tutto ciò si traduca nella futura produzione di diserbanti e pesticidi non dannosi per l'uomo e per la natura.